Trenord chiede scusa ai pendolari

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“Gentili viaggiatori, cari clienti, I giorni di caldo eccezionale hanno messo a dura prova la pazienza di chi utilizza il servizio ferroviario in Lombardia”. Inizia così la lettera firmata dall’ad di Trenord Marco Piuri, indirizzata a tutti i pendolari.  “Nella settimana dal 24 al 28 giugno l’Italia e l’Europa sono state investite da un’ondata di caldo eccezionale: in Gran Bretagna sono state prescritte limitazioni di velocità ai treni; in Irlanda del Nord sono stati cancellati interi collegamenti per il surriscaldamento dei binari; in Svizzera si sono dilatate le rotaie; in Francia i treni hanno subito importanti rallentamenti e limitazioni. In Lombardia le temperature eccezionali hanno causato black out della rete elettrica e addirittura la chiusura di sale operatorie di importanti ospedali.
Anche noi, in Lombardia, abbiamo avuto difficoltà. Io vorrei rivolgermi alle centinaia di migliaia di passeggeri, innanzitutto per esprimere le nostre scuse e il nostro rammarico, ma anche per provare a offrire alcune spiegazioni. Qui facciamo i conti con limiti oggettivi dovuti all’elevata produzione ferroviaria, all’utilizzo intensivo di una flotta decisamente datata e a vincoli infrastrutturali.
Ma la Trenord di oggi non è quella del 2018: non possono bastare pochi giorni di caldo eccezionale per vanificare quanto fatto nei primi 5 mesi di quest’anno. Le soppressioni si sono ridotte del 70% e la puntualità è migliorata di 5 punti percentuali rispetto al 2018. Siamo impegnati a consolidare questi risultati, in vista dell’arrivo dei nuovi treni che sostituiranno progressivamente i vecchi. I primi, dei 176 acquistati da Regione Lombardia, arriveranno già entro quest’anno. Nella settimana più calda da oltre un secolo e mezzo, Trenord ha effettuato più di 2100 treni al giorno. Qualcuno ha detto che la manutenzione è stata carente: non è così. Il 40% dei treni Trenord ha più di 35 anni ed è dotato di climatizzatori aggiunti successivamente, in grado di sopportare condizioni climatiche ben più miti di quelle raggiunte in quei giorni. Il sistema infatti si blocca automaticamente quando la temperatura esterna supera i 35 gradi e le apparecchiature elettriche sfiorano i 70 gradi. Il blocco indica che i sistemi – perfettamente funzionanti – si “auto-proteggono” dai picchi di caldo per non distruggersi. La riprova è data dal fatto che gli stessi impianti ripartono regolarmente con il calo delle temperature.

Nessuna carenza manutentiva dunque, anzi: nei giorni di caldo intenso le nostre squadre tecniche, che avevano svolto tutte le operazioni preventive possibili, hanno garantito complessivamente oltre 2000 interventi, a ogni ora del giorno.

Possiamo migliorare? Certo! Lo dobbiamo in primis ai nostri passeggeri e continueremo a farlo, in tutti i settori. Penso in particolare alla comunicazione ai clienti, quando si verificano emergenze di questa portata. Dobbiamo diventare più tempestivi e precisi nell’offrire informazioni aggiornate sui treni e nelle stazioni, compatibilmente con la complessità del sistema che ha tempi di reazione non sempre comprimibili. Siamo fortemente impegnati su questo obiettivo, consapevoli che i nostri clienti, anche sulla comunicazione, esigono e meritano più qualità.

Insieme ai 4 mila colleghi, di cui circa 3,5mila impegnati a bordo, in manutenzione e nella rete di vendita, vi assicuro ogni sforzo perché il vostro viaggio porti sempre più valore alla qualità della vita vostra innanzitutto, ma anche a quella di tutti”.

 

 

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