Si è tenuta nei giorni scorsi a Milano l’inaugurazione di “THE FASHION EXPERIENCE – la verità su quello che indossi”, l’installazione interattiva di Mani Tese visitabile gratuitamente in Piazza XXIV Maggio fino al 30 giugno. Il taglio del nastro, alla presenza di Cristina Tajani, Ass. alle politiche del lavoro, commercio, moda e design del Comune di Milano, partner del progetto, ha dato il via a un’esperienza che si propone di sensibilizzare sul vero costo della fast fashion, la moda “usa e getta” che ha avuto una grande diffusione negli ultimi anni.
Tre grandi dome, strutture geodetiche a pianta circolare, campeggiano da nella piazza milanese pronte ad accogliere migliaia di visitatori alla scoperta di ciò che si nasconde dietro agli indumenti che vengono indossati tutti i giorni.
“Il tema della sostenibilità e dell’economia circolare è sempre più centrale nel settore della moda, sia per una maggiore attenzione dei produttori che per una accresciuta consapevolezza da parte dei consumatori – ha dichiarato l’Ass. Cristina Tajani – Milano, capitale della moda, conferma la sua vocazione di città dell’innovazione sostenibile promuovendo un’imprenditorialità rispettosa dell’ambiente e dei diritti attraverso una serie di iniziative virtuose come THE FASHION EXPERIENCE. Si tratta di un’installazione aperta a tutti e a tutte, innovativa sia nei contenuti che nelle modalità di fruizione, che si inserisce in un progetto di promozione di modelli di business sostenibile di cui il Comune è partner, e che abbiamo ospitato con grande entusiasmo”.
“Mani Tese si è sempre caratterizzata, in oltre 55 anni di attività, per aver saputo coniugare il suo impegno di cooperazione nel Sud del mondo con la sua attività di sensibilizzazione e di educazione per cambiare le cosiddette “regole del gioco” a livello globale – ha dichiarato Barbara Cerizza, Direttrice di Mani Tese – Mani Tese ha sempre compreso come le cause delle ingiustizie subite nelle cosiddette periferie del mondo andassero ricercate in un sistema economico e sociale globale iniquo, al quale tutti noi contribuiamo e che tutti noi possiamo cambiare. È attraverso questo spirito di cambiamento possibile che si inserisce l’installazione che oggi apriamo al pubblico”.
Il percorso interattivo
Il percorso “ad alto impatto emotivo”, in cui i volontari e le volontarie di Mani Tese guidano i visitatori di THE FASHION EXPERIENCE, si snoda in tre differenti ambienti.
Il primo dome è dedicato all’impatto ambientale della filiera tessile. In questa prima tappa le persone possono sperimentare gli effetti ambientali delle proprie scelte di consumo. THE FASHION EXPERIENCE ci rivela che per produrre un singolo paio di jeans è necessario impiegare 3.800 litri d’acqua, 12 m2 di terreno e 18,3 Kw/h di energia elettrica, a fronte di un’emissione di 33,4 kg di CO2 equivalente durante l’intero ciclo di vita del prodotto. Un impatto che assume dimensioni impressionanti se si considera che ogni anno in tutto il mondo vengono prodotti 3 miliardi e mezzo di jeans.
Il secondo dome si concentra sulle problematiche sociali legate alla filiera del tessile affrontando il tema dello sfruttamento del lavoro minorile attraverso dei video in realtà aumentata che illustrano la vita di una bambina come dovrebbe essere e come invece è in molte realtà del cosiddetto Sud del mondo. Nell’industria dell’abbigliamento i casi di sfruttamento minorile riguardano tutta la filiera, ricorda Mani Tese, e i bambini possono lavorare fino a 12 ore al giorno.
Nel terzo dome i visitatori hanno una triplice possibilità d’interazione. Possono mettere a confronto una filiera etica con una filiera non sostenibileattraverso la voce di due capi d’abbigliamento (un cappellino e un paio di sneakers) che raccontano il loro viaggio dai campi di cotone fino agli scaffali dei negozi. Possono accedere al data base “Good News – Si può fare” in cui sono raccolte le migliori storie di innovazione etica di alcune imprese. Possono, infine, interagire con i propri brand preferiti, facendosi promotori di un’evoluzione positiva del mercato attraverso l’invio di una mail di proposta di cambiamento in direzione sostenibile.
“Per cambiare l’attuale modo di fare impresa serve il coinvolgimento di tutti. Ognuno deve fare la sua parte – ha dichiarato Giosuè De Salvo, Responsabile Advocacy, Educazione e Campagne di Mani Tese – ll nostro compito come società civile è quello, da una parte, di alimentare la coscienza critica dei cittadini, giovani in primis, rendendoli protagonisti attivi nella costruzione di un mondo più equo e sostenibile. Dall’altra, è quello di monitorare gli impatti delle attività di impresa sulle comunità più svantaggiate e promuovere una cultura imprenditoriale che metta finalmente al centro i diritti umani e l’ambiente.
“I segnali sono incoraggianti soprattutto nel settore tessile, che è stato infatti scelto per la nostra installazione, ma il tempo scarseggia – ha proseguito De Salvo– Il 2030 è l’anno fissato dalle Nazioni Unite per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, tra cui dimezzare la povertà, eliminare la fame ed evitare la catastrofe climatica. Per rendere sistemiche tutte le buone pratiche di produzione e consumo servono quindi istituzioni politiche forti e credibili che guidino la transizione e perseguano il bene comune”.
Al termine dell’installazione ai visitatori viene distribuito un breve decalogo per diventare dei consumatori consapevoli e responsabili di slow fashion. Per chi vuole infine manifestare il proprio desiderio di cambiamento anche “mettendoci la faccia”, THE FASHION EXPERIENCE mette inoltre a disposizione, all’esterno del percorso, un pannello con la scritta “Voglio una moda “#madeinjustice” con il quale potersi fare fotografare.