“Elementi di sospetto del tutto eterei, inconsistenti”. “La versione degli imputati non è allo stato scalfita da alcun elemento probatorio contrario”. Non usa mezzi termini il giudice di Milano Stefano Caramellino nell’ordinanza con cui non ha convalidato l’arresto di Marco Carta per il furto di alcune magliette griffate. Il giudice parla anche di “carenza di gravità indiziaria” per Carta e di un arresto “che non può ritenersi illegittimo”. Demolita, insomma, l’accusa formulata dagli agenti della Polizia Locale di Milano intervenuti dopo che Carta era stato bloccato, insieme a un’amica, da un addretto alla sicurezza. Carta, conclude il giudice, “non deteneva all’uscita” della Rinascente di piazza Duomo “la borsa contenente i vestiti sottratti”. Ce l’aveva, invece, la sua amica, assieme col cacciavite. Per il giudice “nessuna circostanza descritta nel verbale d’arresto”, eseguito dalla Polizia locale, “costituiva sufficiente sintomo” del concorso di Carta nel furto.