Valtellina, viti e muretti a secco come richiamo turistico

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Muro a secco a Tirano

Il prestigioso riconoscimento dell’Unesco ai muretti a secco, entrati dallo scorso novembre a far parte della lista degli Elementi Immateriali del Patrimonio dell’Umanità, potrebbe essere presto esteso anche al paesaggio rurale e vitivinicolo della Valtellina, con i suoi irripetibili terrazzamenti vitati. Se ne è parlato a Sondrio, al convegno ‘Valtellina, un Patrimonio chiamato territorio’ a cui sono intervenuti, tra gli altri, gli assessori regionali alla Montagna Massimo Sertori e all’Agricoltura Fabio Rolfi e il ministro alle Politiche agricole, alimentari e forestali Gianmarco Centinaio. I muretti a secco valtellinesi, primi ad essere realizzati uno sopra l’altro con una metodologia straordinaria ed unica, oltre ad aiutare la qualità del vino prodotto con i vigneti che qui si coltivano, hanno il compito di combattere il dissesto idrogeologico. Per chi non vive sul territorio essi rappresentano un vero e proprio ‘monumento’ che Ermanno Olmi seppe raccontare, qualche anno fa, in un cortometraggio, cogliendo la fatica, la passione e il sacrificio che stanno dietro alla loro realizzazione. Per i valtellinesi, che si sono dati il compito di preservarli, oggi costituiscono una possibilità di sviluppo concreto e un elemento di attrattività turistica. “Stiamo lavorando – ha spiegato l’assessore alla Montagna Massimo Sertori – per far conoscere la Valtellina in tutto il mondo e abbiamo tutte le caratteristiche per far entrare il suo paesaggio rurale nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità e tutti i rappresentanti istituzionali devono lavorare assieme in questa direzione per rilanciare il territorio, difendendone e valorizzandone i prodotti e gli elementi distintivi.”

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