Hemp Fest, gli organizzatori: tutti gli espositori autorizzati, noi criminalizzati

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La società 4.20 S.r.l.s, che ha organizzato l’Hemp Fest, il festival della Canapa dal 3 al 5 maggio agli East End Studios di via Mecenate a Milano, in una nota intende “chiarire e prendere posizione riguardo ai fatti riportati dalla stampa e relativi alle verifiche effettuate dalla Questura di Milano nei confronti di alcune aziende partecipanti alla fiera”. “Da tali preliminari controlli sarebbe emerso che due dei soggetti controllati, esponevano prodotti non conformi ai parametri di legge e per la precisione, una infiorescenza e un estratto (hashish), i quali risulterebbero superare di poco il limite legale (0,6), attestandosi su percentuali vicine allo 0,7 – 0,8 per cento, particolare molto importante e omesso dalla maggior parte dei media italiani – si legge nella nota -. 4.20 S.r.l.s. precisa come i risultati delle predette analisi non siano definitivi in quanto saranno oggetto di successive contro analisi, che saranno richieste dai soggetti interessati dai controlli. 4.20 S.r.l.s., in ogni caso, chiarisce, come sia responsabilità personale di ciascun espositore rispettare le norme di legge in materia di commercializzazione di prodotti derivanti dalla pianta di Canapa. 4.20 S.r.l.s. precisa, inoltre, come ogni espositore per poter commercializzare i prodotti derivanti dalla pianta di canapa deve essere in possesso dei certificati rilasciati dai laboratori nazionali autorizzati dal ministero. I due soggetti controllati erano in possesso delle necessarie autorizzazioni e certificazioni anche in relazione ai prodotti analizzati e che, pertanto, risultavano essere conformi alla vigente normativa in materia. Viene fatto presente, inoltre, come tutti i partecipanti all’evento, inclusi i soggetti interessati dai controlli, hanno accettato il regolamento dell’evento il quale a sua volta richiama il rispetto della vigente normativa in materia di vendita dei prodotti derivanti dalla pianta di Canapa. 4.20 S.r.l.s., qualora sia confermata la irregolarità dei due prodotti analizzati, valuterà le opportune azioni a tutela di sé stessa, dell’evento e dell’intera filiera della Canapa italiana – sottolinea ancora la nota -. Per le ragioni sopra esposte la società 4.20 S.r.l.s., unitamente a tutti gli altri 138 espositori, dichiara di essere completamente estranea ai fatti e lamenta, altresì, una faziosa attenzione mediatica, e non solo, che mira a danneggiare l’evento e così l’intera filiera della Canapa italiana. Gran parte dei media, e non solo, ha cercato sin dall’inizio di screditare l’evento, riconducendolo a un festival sulla droga, snaturando la natura di evento fieristico legato alla promozione e diffusione di un prodotto perfettamente lecito. Una delle prove del clima fazioso che ha circondato l’evento riguarda le numerose dichiarazioni provenienti anche dal mondo politico, che hanno tentato in più modi di associare il claim “Io non sono una droga” a un messaggio destinato a incoraggiare i giovani all’utilizzo di sostanze stupefacenti. 4.20 S.r.l.s., pur assecondando la richiesta del Comune di Milano di rimuovere i gonfaloni riportanti il claim “incriminato”, per non dare adito a sterili polemiche, ha sempre difeso il proprio slogan, ritenendolo corretto, tant’è che anche l’Antitrust ha confermato la correttezza del messaggio promozionale dell’evento. La società, con riferimento all’assenza dei requisiti necessari all’esercizio di security da parte di due addetti, dichiara di aver dato incarico a una società specializzata nella ricerca di personale, la quale ha individuato, selezionato, verificato e così scelto il personale della sicurezza in forza ad una terza società. Per tale ragione 4.20 S.r.l.s. sottolinea di non aver avuto alcun ruolo e responsabilità nella selezione di tale personale”.

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