Il Pd, a Calolziocorte reintrodotta l’apartheid

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La mappa con le zone rosse di Calolziocorte

“A Calolziocorte è stata reintrodotta l’apartheid”. E’ il commento di Fabio Pizzul e Raffaele Straniero, capogruppo e consigliere regionali del Pd, sulla vicenda del sindaco leghista che ha deciso di creare delle vere e proprie zone rosse per i migranti. “La decisione del sindaco e della Giunta leghisti di Calolzio di tenere a distanza dai luoghi considerati sensibili 18 migranti, tra cui parecchi bambini nella primissima fascia di età, puzza di discriminazione razziale lontano chilometri – aggiungono Pizzul e Straniero –. Non è semplicemente la volontà di non far costruire centri di accoglienza per profughi nei pressi di scuole, oratori, come se poi la Chiesa volesse tenere lontani gli ultimi, la stazione, dove semmai i problemi sono ben altri, o la biblioteca, cioè il luogo di cultura e integrazione per eccellenza. È proprio il gesto di dire che alcune zone del comune non possono essere ‘avvicinate’ o ‘frequentate’ da donne, uomini e bambini che non appartengono alla nostra razza, che hanno un colore della pelle diverso dal nostro. Apartheid, appunto. Questo è il nome giusto”. Scandaloso, poi, per i due esponenti del Pd che “questa decisione venga paragonata al provvedimento contro il gioco d’azzardo patologico, che anche noi abbiamo appoggiato e diffuso perché equiparabile appunto a una malattia che crea danni e problemi famigliari gravi. Per i leghisti di Calolziocorte va usato lo stesso metro di misura: luoghi sensibili distanti dalle slot machine per loro è la stessa cosa di esseri umani distanti dalla chiesa, dalla scuola, dalla biblioteca… Un concetto inaccettabile e vergognoso”.

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