Non è emersa alcuna evidenza macroscopica di radioattività dalle prime analisi sui campioni dei tessuti degli organi prelevati a Fadil, una delle testimoni del processo Ruby, morta in circostanze sospette lo scorso primo marzo, all’ospedale Humanitas di Rozzano. In base all’esito delle analisi -si apprende- appare “sempre più improbabile” che Fadil sia stata contaminata da sostanze radiottive. L’ultima parola però spetta al Centro ricerche Casaccia dell’Enea vicino a Roma. L’inchiesta della Procura di Milano prosegue con l’ipotesi di avvelenamento da metalli. E’ quanto è stato riferito dagli inquirenti dopo che i primi esiti dei prelievi di ieri hanno escluso tracce di radioattività. L’autopsia vera e propria verrà effettuata nei prossimi giorni, forse già sabato.