“Questa legislatura regionale è iniziata evidenziando da subito una grande attenzione e sensibilità al tema della legalità, e numerose sono le iniziative concrete che abbiamo già messo in campo e continueremo a promuovere. Un ulteriore segnale importante, in queste ultime settimane, è sicuramente la presenza dell’istituzione regionale a un importante processo contro la criminalità organizzata che interessa una vasta area del territorio comasco, alle cui udienze ho formalmente delegato la Presidente Forte a partecipare ed essere presente per testimoniare la nostra vicinanza ai testimoni. Ai giovani, presenti così numerosi in questa sala, rivolgo infine l’invito a scegliere di stare sempre dalla parte della legalità, a saper dire sempre “no” a tentazioni che violano le regole e i sani principi della convivenza sociale e civile, perché questo comportamento non solo dà a ciascuno grande forza interiore e profonda autostima, ma diventa di esempio e riferimento morale per l’intera società”.
Lo ha detto il Presidente del Consiglio regionale della Lombardia Alessandro Fermi, aprendo questa mattina i lavori della “Giornata regionale dell’impegno contro le mafie e in ricordo delle vittime”, tenutasi nell’Auditorium Gaber di Palazzo Pirellie dedicata quest’anno ai giornalisti vittime di mafia.
All’evento, promosso dalla Commissione speciale Antimafia, anticorruzione, trasparenza e legalità presieduta da Monica Forte, in collaborazione con il Comitato tecnico-scientifico per la legalità e il contrasto alle mafie, hanno partecipato oltre 350 studenti in rappresentanza di numerose scuole superiori lombarde.
Nel corso della mattinata gli studenti milanesi dell’Istituto “Einstein” e dell’Istituto “Gentileschi” e i ragazzi e le ragazze del Liceo “De Andrè” di Brescia hanno illustrato e raccontato l’opera e l’impegno contro la criminalità organizzata di tre giornalisti autori d’inchieste scomode che in modi diversi sono costate loro la vita: Giuseppe Fava, Giancarlo Siani e Cristina Cosimo. Gli studenti del Liceo classico “Manin” di Cremona hanno invece presentato il loro laboratorio di giornalismo e mafia.
“Se pensiamo che controllare e condizionare l’informazione per le mafie sia condizione nel contempo di sopravvivenza e impunità–ha detto la Presidente della Commissione Antimafia Monica Forte, tirando le conclusioni della mattinata- allora è chiaro che il valore stesso della nostra democrazia viene messo in discussione. Non c’è regione italiana che non abbia dovuto censire casi di minacce o di violenza ai cronisti e, ogni due giorni, almeno tre giornalisti vengono minacciati. Nonostante il loro lavoro precario e nonostante la loro solitudine professionale, esiste però una generazione di giornalisti che non abbassa la testa, che è forse poco conosciuta ma che rappresenta la ragione dello spirito democratico e al tempo stesso di una rinnovata speranza, perché è solo con la schiena diritta e la testa alzata che ci possiamo davvero considerare liberi”.
Nel corso dei lavori si sono succeduti gli interventi dell’Assessore regionale all’istruzione, formazione e lavoro Melania Rizzoli e di Simona Chinelli in rappresentanza dell’Ufficio Scolastico regionale della Lombardia.
A introdurre il tema della giornata è stato Nando dalla Chiesa, Presidente del Comitato tecnico scientifico, che ha coordinato la tavola rotonda con le testimonianze dei giornalisti Sandro Ruotolo, Ester Càstano e Claudio Campesi.
A seguire un sipario musicale con la partecipazione di Kento, autore di rap.