C’era una volta un mio articolo

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Pinocchio a cura di Fabio Massa
Pinocchio a cura di Fabio Massa

L’altro giorno ho scritto un articolo nel quale mettevo in luce come tutti dovessimo avere un po’ di vergogna prima di insultare l’avversario politico. (Notare il NOI, non il VOI. Noi tutti, non voi tutti). E raccontavo come, nella pagina dei Sentinelli di Milano, noto gruppo che svolge meritoriamente un lavoro prezioso sui diritti, ci fossero state decine di commenti contro Formigoni, al quale si auguravano saponette e altre amenità in carcere.

Già il fatto che sulla bacheca di una realtà come i Sentinelli ci fossero questi commenti chiaramente omofobi e intolleranti, a me è parso alquanto curioso (e non in senso positivo). Un po’ come se sulla bacheca dell’ANPI gli iscritti all’ANPI inneggiassero a provvedimenti della Repubblica di Salò. O – e la butto sul leggero – come se sulla pagina dei tifosi del Milan, gli stessi rossoneri scrivessero Forza Inter.

Un problema?

Sì, un problema.

Perché l’insulto è degrado. E questo è degrado. Qualche settimana fa, in occasione di un evento al Rosetum a cui partecipò Formigoni, e che documentai, furono gli amici del Celeste ad arrabbiarsi contro di me. Fa niente, me ne frega poco.
Però mi interessa di quel che hanno fatto i Sentinelli di Milano dopo il mio articolo. Oggettivamente hanno scritto un post assolutamente condivisibile. Almeno fin quando – forse per difendere la posizione, cosa che comprendo – dicono: “Non ci vergogniamo, caro Massa, del nostro impegno volontario che va avanti da 5 anni”. E scrivono che non si sobbarcano la responsabilità di un degrado culturale che ha avvelenato i pozzi del nostro comunicare. Ecco, al di là delle difese d’ufficio, è proprio questo il punto: dovremmo tutti (ecco perché il NOI ci dovremmo vergognare dell’inizio, e non il VOI: non c’è ditino alzato) sobbarcarci la responsabilità del degrado culturale. Per primi i giornali e i giornalisti. Per primi noi. Per primo io. Poi a volte ce la si fa, a volte no. Ma bisogna provarci: non dire “non è colpa mia”. Questo è il punto, e lo dico con un sorriso sulle labbra.

Dopodiché, mi sia consentita una postilla, piccolo florilegio dei commenti sotto al post (ripeto: molto condivisibile e molto bello) dei Sentinelli. Leggeteli. Sono istruttivi.
“Massa, nomen omen, nel senso che il suo cervello è andato a massa, in cortocircuito”
“Massa, un articolo per sentito dire è indecoroso per la categoria”
“Massa è una nullità, la cosa migliore che abbia fatto è fare pubblicità alla pagina dei Sentinelli con questo articoluzzo sul nulla. Grazie massa, adesso vedi di tornare a cuccia”
“Massa o non massa… affaritaliani è un giornale di merda”
“Io sono uno di quelli che ha scritto della saponetta, sarà stata una battuta volgare e di cattivo gusto, addirittura omofoba. Ok, cospargiamoci il capo di cenere. Ma il politicamente corretto ossessivo complisivo è ciò che sta consegnando il mondo alle destre più becere”.
“Dare attenzione a Fabio Massa neanche fosse Voltaire però…”
“Sti articoli non li ho mai letti su chi fa insulti ai Pride. Ma guai a far battute su Formigoni, eh”
“Ma non diciamo cazzate: è il contrappasso giusto, uno che sfotteva i gay, omofobo represso, che finisce in gattabuia a farsi fare il culo. Oltre a scontare la pena per i reati al patrimonio, sconta le pene per i reati morali”
“Sto linasotismo inizia un po’ a stufare. E’ ovvio che io sia contento che un bastardo che ha lucrato sulla sanità vada in galera”.

Fabio Massa su Affari italiani ci invita a vergognarci.Lo spunto è un post apparso sulla pagina dei Sentinelli, molto…

Publiée par I sentinelli di Milano sur Lundi 25 février 2019

 

 

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