«Tutto era cominciato un mattino d’inverno, il 17 febbraio 1992, quando, con un mandato d’arresto, una vettura dal lampeggiante azzurro si era fermata al Pio Albergo Trivulzio e prelevava il presidente, l’ingegner Mario Chiesa, esponente del Partito Socialista Italiano con l’ambizione di diventare sindaco di Milano. Lo pescano mentre ha appena intascato una bustarella di sette milioni, la metà del pattuito, dal proprietario di una piccola azienda di pulizie che, come altri fornitori, deve versare il suo obolo, il 10 per cento dell’appalto che in quel caso ammontava a 140 milioni.» Così Enzo Biagi scrisse in “Era ieri” (Rizzoli 2005)
Fu Luca Magni, imprenditore monzese all’epoca 32 enne, a denunciare la richiesta di denaro da parte di Mario Chiesa. Il magistrato di turno era Antonio Di Pietro, iniziava quella che successivamente passerà alla storia come “tangentopoli”.
“Più passano gli anni più questo ricordo è emozionante, quel momento, il fatto in se è stato coinvolgente. Non è una cosa che uno normalmente fa nella vita. Ho avuto molte emozioni, prima nel prendere la decisione e poi nel fare materialmente il “blitz”. Lo ha detto lo stesso Magni a Radio Lombardia ricordando quei momenti di 27 anni fa.
Lo rifarebbe?: “Lo rifarei, anche se ho dovuto pagare per forza, il sistema era quello. Col passare degli anni mi rendo conto che prima era una cosa così radicata, così data per normale che forse grazie un poco anche a me è cambiata, magari sarebbe cambiata anche per altri eventi”.
L’intervisa a Luca Magni, 18 febbraio 2019
Luca Magni – L'imprenditore che fece scoppiare il caso Mani Pulite
era il 17 Febbraio 1992 – Intervista a Luca Magni, l'imprenditore che fece scoppiare il caso Mani Pulite
Publiée par Radio Lombardia sur Lundi 18 février 2019