(MIANEWS) Milano, 13 FEB – “Sono ancora scossa. Eppure dovrei essere ‘abituata’ e non essere toccata. Una signora mi ha aggredita verbalmente gridandomi “maiale! Maiali! Andate via!” più e più volte. Il tutto dopo evermi fatto 200 domande in venti secondi: ” perché non fai nulla per le donne in prigione che non vogliono portare il velo?! Perché non te lo togli?! Perché non fai questo, perché non fai quello?!”. E quando ho cercato di raccontarle che sono tra le promotrici di un progetto volto al contrasto alla violenza contro le donne e la loro discriminazione…niente ha iniziato ad insultarmi lo stesso. Così, gratuitamente. Mi ha ferito e non me lo aspettavo, è successo a Palazzo Marino, la casa dei milanesi, dove ogni giorno mi impegno per tutti i cittadini, anche per lei”. Lo riferisce con un post su Facebook la consigliera comunale Pd Sumaya Abdel Qader. “La signora usciva da un convegno o conferenza stampa, non ho badato – prosegue nel post la consigliera comunale -. Per fortuna è apparso Paolo Limonta, la cui presenza ha fatto allontanare la signora e mi ha accolta in un abbraccio consolatorio. Confesso che ho ceduto a qualche lacrima, non mi succede mai e non me ne capacito ancora, non si piange per una cosa così ‘sciocca’. O forse non lo è. Vorrei rivedere la signora, vorrei raccontarle le sfumature di questa vita che forse non conosce, vorrei raccontarle anche una storia diversa rispetto all’unica versione che forse lei conosce, indubbiamente realistica, ma sicuramente non l’unica. Vorrei farle conoscere le tante battaglie che le donne di ogni paese e cultura affrontano ogni giorno. Vorrei dirle uniamoci. Solo in un percorso comune ci si può conoscere ed emancipare dell’ignoranza, dalla violenza, dalla rabbia e dai pregiudizi”.