MUSEO DEL CINEMA – MILANO
mercoledì 23 gennaio 2019
di Mox Cristadoro.
Schierato in prima linea per quasi due ore intense e celebrative… a riosservarsi su maxischermo, il 75% delle formazioni di un trentennio di AFTERHOURS, nella sala del Museo del Cinema di Milano, è presente per dimostrare con sincera umiltà quanto anche la nostra Italia possa essere fiero territorio di Rock, con la “R” maiuscola.
In un (ormai esteso) periodo storico in cui si sprecano i docu-film sulle più o meno note stelle del firmamento musicale, che nella maggior parte dei casi riescono a emozionare lo spettatore, NOI SIAMO AFTERHOURS non è da meno.
Agnelli sa quello che fa; lo ha SEMPRE saputo (posso parlare anche per esperienza personale… che in questa sede risparmierò) e per la formazione definitiva del “suo” marchio Afterhours si circonda di musicisti d’eccezione, per nulla casuali.
Da Rodrigo D’Erasmo (eccellente braccio destro anche nella produzione), al genio assoluto, e di lungo corso, Xabier Iriondo (uno dei migliori animali da palcoscenico in Italia), all’estroso Roberto Dell’Era, Stefano Pilia, fino al recente acquisto Fabio Rondanini, talentuoso batterista proveniente dagli immensi Calibro 35, che prende il posto di un altro volto storico della banda Giorgio Prette,…Afterhours diventa un insieme deflagrante.
L’eccezionalità non risiede certo in una prevedibile capacità esecutiva, ritrovabile in qualunque session-man, ma in una precisa e codificata attitudine di ogni singolo componente, che fa realmente funzionare al meglio tutta la macchina, conferendo ulteriori fiumi di emotività alle composizioni di Manuel.
Chi si nutre di musica vera non riesce a prescindere mai da questo fondamentale aspetto attitudinale, su cui si fonda la credibilità dei progetti artistici che spesso li fa proseguire.
Dopo tre decadi, ancora si percepisce quel filo conduttore, la matrice da cui tutto è giunto sulla pelle e tra le dita di questi musicisti, fortunatamente rimasta la stessa: New York city nella poetica dei Velvet Underground o di Patty Smith e Tom Verlaine, metabolizzata in eterno, non si è mai completamente dissolta, anzi…
La consacrazione alla Storia del binomio Agnelli / Afterhours, avviene attraverso un mega show della durata di tre ore, in un Forum di Assago sold out, che ha avuto luogo nell’aprile 2018, in cui la simbiosi tra pubblico e performers è garantita… e in un’attenta confezione del video, attraverso esecuzioni complete riprese dal palco, con una suggestiva narrazione fuori campo dello stesso Agnelli, si coglie pienamente.
Poi si rivedono su un palco Paolo Mauri (Weimar Gesang) e Cesare Malfatti (in seguito La Crus), e moltissimi altri amici di vecchia data ( ma non proprio tutti…)
poi un errore iniziale, ampiamente sottolineato,… poi sipario acustico in mezzo all’audience sugli spalti,… poi dediche strappalacrime, ma non patetiche, alla figura del padre, …
Il tutto in un roboante vortice di cambi di scena e costumi, quasi degno d’uno show di Bowie.
Non sono mai stato così fan degli Afterhours come dopo aver assorbito questo tsunamico video.