Pensionate e pensionati si sono radunati, questa mattina, davanti alla Prefettura di via Tasso a Bergamo: sono scesi in presidio per protestare contro la manovra finanziaria e contro il “raffreddamento dell’indicizzazione delle pensioni”. I rappresentanti di SPI-CGIL, FNP-CISL e UILP-UIL provinciali, Augusta Passera, Onesto Recanati ed Emanuele Dalfino, hanno incontrato il Prefetto Elisabetta Margiacchi. La rappresentante del Governo sul territorio, dopo aver ascoltato le ragioni della mobilitazione sindacale, ha assicurato che farà da tramite presso l’esecutivo affinché le richieste sindacali trovino attenzione.
“La rivalutazione delle pensioni è una questione di equità” hanno commentato i segretari generali provinciali di FNP-CISL, SPI-CGIL e UILP-UIL Recanati, Passera e Dalfino”. Da anni chiediamo che venga finalmente riconosciuto ai trattamenti pensionistici un meccanismo di rivalutazione che risponda ai reali bisogni di milioni di pensionati e di pensionate, che permetta davvero di non far perdere il potere di acquisto delle pensioni, come di fatto oggi accade. E, invece, la risposta del Governo ‘del cosiddetto cambiamento’ si allinea alla prassi consolidata degli ultimi Governi: colpire e fare cassa con i pensionati ancora una volta e non agire in modo forte e determinato, ad esempio, contro l’evasione fiscale. Invece di ripristinare il precedente sistema di indicizzazione per scaglioni a partire dal 1° gennaio 2019, come già pattuito, il nuovo Governo ha scelto di modificare il sistema di rivalutazione delle pensioni, peggiorandolo in parte”.
“Con il ‘raffreddamento dell’indicizzazione delle pensioni’ il nuovo Governo ha scelto di fare cassa con le pensioni” proseguono i sindacati. “Dopo 10 anni di rivalutazione bloccata, anche il nuovo esecutivo ha deciso di togliere i soldi ai pensionati: dal nuovo sistema di riduzione della perequazione per le pensioni superiori a tre volte il minimo (1.522 euro lordi mese nel 2018) e dal prelievo straordinario di solidarietà per quelle sopra i 100 mila euro lordi annui, conta di ricavare 2,5 miliardi per finanziare le altre misure promesse. Per le pensioni sopra quattro volte il minimo può comportare una perdita da 65 a 325 euro lordi all’anno, a partire dal 2019 e per il resto della vita del pensionato”.
“Siamo contrari a questa politica a cui piace parlare di reddito di cittadinanza, ma non dice nulla sull’urgenza di rilanciare una legge sulla non autosufficienza e di un’idea sociale di welfare europeo” proseguono i sindacalisti. “Riteniamo scellerata la decisione di raddoppiare le tasse a chi opera nel no profit che determinerà un danno di portata sociale enorme per il comparto solidale nel nostro paese. Siamo contro l’ipocrisia di questo Governo che premia i soliti evasori fiscali con il saldo e lo stralcio delle cartelle. Uno schiaffo in faccia a pensionati e pensionate che versano imposte e tasse prima ancora di ricevere l’assegno della pensione”.