Sono 515 le imprese lombarde che producono, vendono e riparano strumenti musicali, oltre un quinto del totale italiano, e creano un giro d’affari di circa
32 milioni (234 totali in Italia).
“Sono numeri che confermano la leadership della Lombardia in campo musicale e sottolineano la capacità del tessuto produttivo lombardo, anche in un settore di nicchia come la produzione di strumenti musicali, di affermarsi come eccellenza sia nel Paese
sia all’estero – commenta Stefano Bruno Galli, assessore all’Autonomia e Cultura di Regione Lombardia –. Il primato di Cremona poi consolida, illuminandola, una tradizione secolare che vede la città dei leggendari Amati, Stradivari, Guarneri, quale indiscussa capitale mondiale di una vera e propria arte, quella della produzione di strumenti musicali di alta qualità”.
Secondo una recente analisi della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi (su dati alterzo trimestre 2018, 2017 e 2013), alle spalle della Lombardia ci sono l’Emilia-Romagna con 182 imprese e le Marche con 181. Se, invece, si guarda alle province, quella a maggiore vocazione alla produzione è Cremona (186 imprese, +5,7 per cento in un
anno, + 9,4 per cento dal 2013), ma subito dietro vengono Milano (127 imprese, +0,8 per cento e +9,5 per cento), poi Bergamo, Varese e Brescia con circa 60 imprese. Roma e Ancona sono rispettivamente al secondo e al quarto posto. La classifica per vendita al dettaglio vede Roma, Milano e Napoli e, per riparazioni specializzate, Roma e Milano.
Come sottolinea uno studio dell’Osservatorio delle medie e piccole imprese di Confartigianato Lombardia, le vendite di strumenti musicali oltre i confini nazionali, nel 2017, hanno raggiunto i 129 milioni di euro, valore in crescita del 2,9 per cento rispetto
all’anno precedente, posizionandoci al quarto posto nell’Ue, dove ci precedono Germania, Paesi Bassi e Francia. In termini di prodotto, le parti ed accessori di strumenti
musicali assorbono il 35,9 per cento dell’export, gli strumenti musicali amplificati elettricamente il 23,2 per cento, gli strumenti musicali ad aria come ottoni e legni il 15,8 per cento, gli strumenti musicali a corde come chitarre, violini ed arpe il 14,6 per cento, i pianoforti e i clavicembali il 7,0 per cento, mentre la quota per gli strumenti musicali a percussione è del 1,2 per cento. Inoltre, i due terzi (65,3 %) della domanda estera di strumenti musicali ‘made in Italy’ proviene dai primi 10 mercati che sono: Stati Uniti (12,7 % dell’export totale), Germania (12,0 %), Francia (8,0% ), Giappone (6,8 %), Hong Kong (6,2 %),Spagna (5,7%), Regno Unito (4,0 %), Cina (4,0% ), Svizzera (3,2 %), Paesi Bassi (2,7 %).