Che protestano non perché vogliono più libertà, ma perché la vogliono levare agli altri. E benissimo ha fatto il sindaco a dire, a fronte delle inutili urla belluine di un gruppetto di facinorosi, che sarebbe stupito di non vedersi contestato da questo gruppo di teppistelli. Teppistelli che difendono l’occupazione delle case popolari. Insegnando quello che da sempre si cerca di scoraggiare: l’abusivismo. Si sta in lista per la casa popolare e si aspetta il proprio turno, non si sorpassa la fila sfondando porte. Perché questo è un reato che non fa del male “ai ricchi”, ma agli altri poveri. Ed è una cosa inaccettabile. Tanto più che spesso questi antagonisti poi tornano al caldo, nelle loro case in zona 1. E gli abitanti delle case popolari, nelle loro, con mille problemi ma tanta dignità. Sempre che non siano abusivi. In quel caso, l’avranno persa nel momento stesso in cui si sono insediati in posto che spettava a qualcun altro.