“Non dobbiamo correre il rischio che anche questa partita finisca come Ema. Milano e la Lombardia sarebbero la sede perfetta per la sezione del Tribunale Unificato dei Brevetti. Per questo chiederò al Ministro Moavero di inserire il tema del trasferimento nel prossimo Consiglio dei Ministri dell’Estero dell’Unione Europea”.
Lo ha detto il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana intervenendo, questa mattina, a Milano, al convegno dall’Ordine degli Avvocati di Milano e dell’Unione dei Consigli dell’Ordine degli Avvocati, dedicato a ‘Milano – Sede della Divisone Centrale del Tribunale Unificato dei Brevetti’.
“Il trasferimento da Londra a Milano di una delle tre sedi del Tribunale – ha spiegato il
presidente – sarebbe ideale per una serie di motivi. Per esempio perché anche nel 2017 la Lombardia si è confermata prima in Italia per numero di richieste di registrazioni di brevetti
all’ufficio europeo di competenza (Epo) con 1.424 domande; perché abbiamo 56 facoltà universitarie medico-scientifiche, 1.000 centri di Ricerca e per il trasferimento tecnologico, 19 IRCCS, 12 Istituti del CNR e 9 Cluster tecnologici. E anche perché in Lombardia si effettuano il 50% delle sperimentazioni cliniche in Italia e perché negli ultimi tre anni abbiamo investito 700 milioni di euro”.
“La tutela di brevetti, marchi, design e copyright – ha proseguito il Governatore – è, in particolare, fondamentale per le PMI, in quanto i diritti di proprietà intellettuale mettono le aziende minori nelle condizioni di proteggere i risultati degli investimenti nella ricerca di soluzioni nuove, accedere più facilmente a risorse finanziarie, trarre significativi vantaggi economici e valorizzare la loro immagine”.
“Per questi motivi – ha concluso Fontana -, così come stiamo facendo con il Comune di Milano per i Giochi olimpici invernali del 2026, dobbiamo lavorare tutti insieme al di là dei colori politici, e agire sinergicamente per raggiungere l’obiettivo. Mi sembra che già oggi siamo tutti d’accordo e pronti a fare un fronte unico con il Governo affinché questa volta la voce dell’Italia in Europa sia presa nella giusta considerazione e non si venga beffati”.