«La storia del futuro si scrive con l’industria. Questo territorio può tornare a essere vincente grazie all’industria». Così il Presidente di Confindustria Pavia, Nicola de Cardenas, ha aperto l’assemblea generale dal titolo “Industria: una storia del futuro”, che si è tenuta presso gli stabilimenti di Balma, Capoduri & C SpA. Per il terzo anno di seguito, l’associazione degli industriali del territorio si riunisce in una delle sue aziende associate. «Dopo il calzaturificio Moreschi e la Fedegari Autoclavi, il nostro viaggio continua», ha detto de Cardenas. «Balma, Capoduri è un esempio di eccellenza radicata in questo territorio e di coraggio per i percorsi innovativi adottati. Andiamo nelle fabbriche per ribadire l’importanza dell’industria per lo sviluppo del territorio. Ci sono tante imprese che stanno cambiando e investendo. L’industria è la soluzione, la guida di una grande trasformazione per una società più giusta, che metta al centro le persone e si preoccupi dell’ambiente».
De Cardenas ha proposto un piano strategico condiviso per il rilancio della provincia di Pavia, invitando a superare le divisioni e dimostrare la capacità di “fare insieme”: «Abbiamo commissionato all’Università di Pavia e alla Fondazione Romagnosi uno studio sulla competitività. Già dal rapporto intermedio, emerge con chiarezza una forte sofferenza. Vi sono però anche punti di forza sui quali investire per trasformare una provincia ai margini dello sviluppo in un territorio vincente e attrattivo. Dobbiamo fare presto però!»
Infrastrutture, trasferimento della conoscenza e formazione, recupero delle aree dismesse ed economia circolare sono le quattro proposte avanzate da Confindustria Pavia. «Ponte della Becca, Vigevano-Malpensa e tangenziale di Voghera non possono aspettare. Non fare il nuovo Ponte della Becca costa 75 milioni l’anno. Non fare la Vigevano Malpensa 162. Più altri 50 milioni di costi ambientali e sanitari. La formazione è determinante. Le competenze vengono prima di tutto. Il capitale umano è il principale fattore di competitività del territorio. L’Università è un partner strategico», ha detto il Presidente, ricordando i tanti progetti già in corso con l’ateneo pavese sul trasferimento di conoscenze alle PMI. «Bisogna poi recuperare le tante aree dismesse per attrarre investimenti. Infine, l’ambiente: dobbiamo evitare che la sensibilità ambientale diventi pregiudizio anti-industriale, come purtroppo talvolta accade. I problemi non si risolvono contro l’industria. Al contrario, l’industria è la soluzione ai problemi ambientali. Abbiamo intrapreso con convinzione la strada dell’innovazione e dello sviluppo dell’economia circolare».
Di fronte al Ministro dell’agricoltura, Gian Marco Centinaio, e all’Assessore per lo sviluppo economico di Regione Lombardia, Alessandro Mattinzoli, de Cardenas ha sottolineato le preoccupazioni degli imprenditori per l’attuale situazione economica e politica. «L’economia internazionale sta rallentando. La manovra al vaglio del Governo non ci convince perché non punta alla crescita e sposta risorse sull’area del non lavoro mentre occorre investire su innovazione, formazione, ricerca. L’investimento sulla crescita va conciliato con la riduzione del debito pubblico che, non va dimenticato, è un peso che grava sui nostri giovani. Vogliamo un’Europa diversa e più orientata alla crescita ma uno scontro con l’Europa non ci può portare niente di buono: Germania e Francia sono i primi due mercati per le imprese pavesi».
De Cardenas ha quindi rivolto al Governo un invito al dialogo, indicando il modello Lombardia di collaborazione tra le forze sociali e le istituzioni: «Mi rivolgo al Ministro Centinaio che conosce bene i valori dell’impresa lombarda. Confidiamo che il Governo vi dedichi l’attenzione che meritano».
Sempre al titolare del Mipaaft, il presidente di Confindustria Pavia ha ricordato che il protezionismo, per un Paese esportatore come il nostro, è una minaccia. «Diverso è invece assicurare che il commercio sia equo e rispettoso dei valori della persona e dell’ambiente. Questo territorio è penalizzato dall’esplosione delle importazioni di riso, prodotto in Estremo oriente senza le nostre garanzie ambientali e di rispetto dei diritti umani. Si deve intervenire, come sta ben facendo il Ministro Centinaio, e vanno aperti ai mercati esteri i nostri prodotti, spesso caricati di pesanti dazi. Ministro Centinaio, le deleghe che le sono state assegnate, ci piace interpretarle anche come un riconoscimento alle qualità di questo territorio. I nostri prodotti buoni e sani sono il Made in Italy da promuovere nel mondo».