C’era una volta la provocazione.

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Pinocchio a cura di Fabio Massa
Pinocchio a cura di Fabio Massa

So che la mia voce suonerà flebile, nel mare magnum dei giudizi contro Angelo Ciocca, europarlamentare leghista che ieri ha preso una scarpa e ha calpestato la relazione di Moscovici.

C’è Gramellini che lo chiama Brad Ciocca, dicendo che sul suo profilo Wikipedia si è autodefinito così. Poi però uno va sul suo profilo Wikipedia e scopre che in effetti viene definito per la sua bellezza il “Bull dog della Lega” e che a chiamarlo Brad Ciocca non è il suo profilo, ma un pezzo del Fatto Quotidiano che difficilmente può essersi scritto da solo.

Dettagli. Diciamolo subito.

Io Angelo lo conosco credo abbastanza bene, avendone seguito giornalisticamente le polemiche e le battaglie in Lombardia, quando era consigliere, e poi l’esordio in Europa. Ne conosco pregi e difetti, e tra questi c’è quello di voler fare un po’ di teatro. Diciamocelo, questa volta ne ha fatto troppo.

Ma ha fatto una cosa davvero così tanto bestiale?

No. Ha fatto una cosa maleducata, e dovrebbe chiedere scusa per questo. Ma non ha fatto una cosa bestiale: quando gli studenti bruciano i manichini del leader di turno per protesta politica nessuno dice niente. Neppure quando i giornalisti danno senza mezzi termini del puttaniere a Berlusconi. Nessuno dice niente. È tollerato che si dia a Salvini del ministro della Malavita. È tollerato che si dica a Di Maio che è un fancazzista cialtrone. Ma se un leghista calpesta un documento di Moscovici, allora apriti cielo. Dopodiché i grandi commentatori che perculano il Ciocca, non lo conoscono.

Io un po’ di più, e so che è uno che va in giro come un matto, consuma le ruote delle scarpe e le gomme delle auto. Ascolta più o meno tutti, e di iniziative provocatorie ne ha fatte un sacco. Una che non viene citata è quando si è imbarcato su un gommone per raggiungere la Libia insieme ad alcuni disoccupati. È dovuto tornare indietro per il mare grosso. Insomma, Ciocca è così. Al solito, due pesi e due misure. Perché accettiamo i capra di Sgarbi, che ne ha fatte di tutti i colori, e non la scarpa di Ciocca. Per me sono deprecabili entrambi, ma non servono assolutamente a valutare la statura di una persona. Anzi, confondono solo le idee.

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