C’era una volta il funzionario. Anzi, l’apparato.

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Pinocchio a cura di Fabio Massa
Pinocchio a cura di Fabio Massa

Roba tipica degli anni sessanta, e settanta. L’apparato vince sempre era una frase dei tempi, ma è valida ancora oggi.

Il problema è che oggi vince per mancanza del seppur minimo segnale politico di contrasto. Almeno una volta c’era la vocazione a ficcare in qualche discorso il concetto: lotta alla burocrazia. Ben sapendo quello che tutti sanno ma non dicono. Ovvero che la lotta alla burocrazia è una lotta persa perché è la lotta contro gli elettori. Gli elettori, quelli che votano, noi e voi, tutti noi siamo la burocrazia. Ognuno per il suo pezzo. Così, volete che qualcuno se la prenda con i funzionari comunali per la chiusura del Cinemino. Macchè. Volete che qualcuno se la prenda con l’annonaria? Macché. E perché ce la si dovrebbe prendere che ne so, con Telecom Italia, che pure è privata, se – come sta accadendo in mezza Italia – la prima persona ti telefona per dirti che ti attivano la fibra. La seconda persona ti telefona per dirti che ti chiamerà una terza persona per prendere l’appuntamento. La terza persona ti chiama ma per chissà quale problema tecnico (che detto per una compagnia telefonica fa già ridere) quando tiri su il telefono dall’altro capo della cornetta non si sente niente. Quindi, una quarta persona ti chiama per dirti che visto che non hai risposto, ma tu avevi risposto dicendo pronto pronto come uno scemo ventimila volte, ecco, visto che non hai risposto, devi chiamare una quinta persona per riattivare la pratica che si è fermata. Così, una sesta persona ti chiamerà per dirti che una settima persona ti chiamerà per fissarti l’appuntamento. Sette persone per una roba che in un mondo normale la fanno in due. Ma così lavorano in sette. E parliamo di un privato, di una società privata. Del pubblico non voglio neppure parlare. La burocrazia è ovunque. La burocrazia siamo noi. E da quando la politica non fa più la guerra a questi sistemi barocchi, le percentuali si fanno sempre più bulgare e sempre più ballerine. Ballerine come le mossette sempre di lato, senza passi avanti, di questo nostro disgraziato Paese.

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