Strade e ponti delle province lombarde hanno bisogno di risorse economiche per interventi, anche urgenti, “ma ad oggi non c’è nessuna situazione che desta pericolo”. È quanto emerge dal monitoraggio effettuato dall’Unione delle province lombarde, su richiesta del governo dopo la tragedia del ponte Morandi di Genova.
Il fabbisogno complessivo per gli interventi in Lombardia è di decine di milioni di euro.
A Milano ci sono sei cavalcavia che destano maggiore preoccupazione: sono quelli di via Filargo, corso Lodi, via Imbonati, il doppio svincolo autostradale di viale Certosa e il ponte ferroviario su viale Fulvio Testi. Strutture già da luglio sotto osservazion. Nel lecchese riflettori puntati sul ponte che sovrasta la Superstrada 36 a Civate. Sotto osservazione anche anche il viadotto dei Lavatoi a Como, il viadotto sulla statale 42 del Tonale all’altezza di Ponte di Legno (Brescia), i ponti a Cesano Maderno e Bovisio Masciago sulla Superstrada Milano-Meda, in Brianza.
A Brescia su 480 ponti circa 30 sono considerati critici e altri 5 necessitano interventi prioritari. A Sondrio su 250 ponti, che in questi anni hanno avuto monitoraggi e valutazioni, ci sono circa 65 situazioni che presentano criticità e servirebbero 10 milioni di euro solo per le 5/6 situazioni più urgenti. “Ci sono ponti che sono a fine vita – ha segnalato il presidente della Provincia di Pavia, Vittorio Poma – e non potranno reggere sempre il traffico dei mezzi pesanti”. A Mantova e a Cremona segnalano la criticità di alcuni ponti sul fiume Po. Nella provincia di Lecco, dove nel 2016 è crollato un cavalcavia, 6 ponti dovranno essere ricostruiti e 7 rinforzati, per una spesa attorno ai 35 milioni di euro. Nella provincia di Como hanno segnalato 23 interventi prioritari per 21 milioni di euro.