Sono 16 le persone, tra medici e personale, indagati per omicidio colposo nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Brescia sulla morte del neonato stroncato dal batterio serratia marcescens. L’ infezione è stata contratta nel reparto di terapia intensiva neonatale degli Spedali civili di Brescia e per questo tutto il personale che opera nel reparto è stato iscritto nel registro degli indagati. Si tratta, specifica la Procura, di un atto dovuto. Ieri mattina sul corpo del piccolo Paolo, nato prematuramente a fine giugno con un quadro clinico particolarmente complesso, è stata effettuata l’autopsia, senza la presenza di alcun consulente della famiglia, che nelle scorse ore si è affidata ad un legale. Dopo il conferimento dell’incarico da parte della Procura, l’esame è stato immediatamente eseguito nella struttura di Medicina legale di Brescia. I genitori anche ieri, nel frattempo, si sono presentati nel reparto di terapia intensiva neonatale dove è ancora ricoverato l’altro figlio, gemellino della vittima, che ha pure contratto il batterio killer in una forma però meno aggressiva rispetto a quella del fratello. Le sue condizioni, così come quelle degli altri cinque infettati ancora ricoverati, sono in fase di miglioramento, dopo che quattro pazienti erano già stati dimessi nei giorni scorsi.