In gara due edifici – uno da ristrutturare, l’altro ancora a rustico – da recuperare e restituire al vivere cittadino. Secondo l’amministrazione comunale l’attenzione ai quartieri popolari e alle periferie passa anche dalla valorizzazione e dal riuso del patrimonio immobiliare pubblico, dal recupero e dalla trasformazione di spazi nati per destinazioni d’uso oggi non più praticabili, quindi da ripensare. Nello specifico, si tratta dell’immobile di viale Jenner angolo via Livigno – un ampio edificio con una piccola zona di verde annessa, a suo tempo destinato a docce pubbliche – e di quello di via Civitavecchia, vicino al parco Lambro, realizzato nell’ambito di alcuni palazzi di edilizia residenziale pubblica e destinato, in progetto, alla realizzazione di un piccolo complesso termale e centro benessere (chiamato “casa dell’acqua”) affiancato da uno spazio caffetteria/tavola fredda.
Per entrambi, da tempo in stato di abbandono, sono appena state approvate dalla Giunta le linee guida che ne orienteranno il bando di assegnazione, in uscita nelle prossime settimane. Gli avvisi pubblici seguiranno le stesse regole: i fabbricati verranno assegnati in concessione d’uso per un periodo di 30 anni ad Enti del Terzo settore, saranno destinati ad attività sociali, culturali, educative o formative, con l’onere per l’assegnatario di portare a termine tutti gli interventi di recupero edilizio e impiantistico necessari per il primo ingresso, e tutti quelli a seguire di manutenzione e di mantenimento. Sarà possibile dedicare una porzione dello spazio ad attività commerciali, di vendita e di ristoro, funzionali alla sostenibilità economica del progetto e alla sua durata nel tempo.
“Sono due strutture importanti, di dimensioni notevoli – spiega Gabriele Rabaiotti, assessore alla Casa e ai Lavori pubblici – che vogliamo sottrarre al degrado e che ci piacerebbe potessero rappresentare in futuro delle nuove centralità per questi quartieri. Così come ci auguriamo che la loro attivazione aumenti le opportunità di incontro e di socializzazione, di lavoro e di occupazione, e in generale di risposta ai bisogni dei residenti. Il nostro obiettivo è riempire gradualmente tutti i vuoti cittadini, sostituendoli con dei pieni che siano ricchi di senso per chi vi abita intorno”.
Via Livigno 1. Realizzato nel 1960 per ospitare una serie di docce pubbliche, è un edificio a forma di L di circa 1000 metri quadrati in stato di abbandono da oltre un decennio, che richiede quindi un completo intervento di recupero o ricostruzione. È già stato oggetto di un bando pubblico nel 2015, ma il vincitore ha poi rinunciato alla concessione d’uso. L’area verde di pertinenza misura circa 400 metri quadrati. Le attività di vendita al pubblico o di ristorazione saranno contenute su una superficie massima di 200 metri quadri.
Via Civitavecchia 110. L’immobile ha una superficie di circa 1038 metri quadrati, e al momento è ultimato a rustico: mancano infatti tutte le finiture interne, gli impianti, i serramenti e alcune delle divisioni, mentre sono in parte predisposte le parti murarie di alcune delle vasche termali, come da progetto iniziale. Anche questo fabbricato potrà venire parzialmente utilizzato (su una superficie massima di 180 metri quadrati) per la commercializzazione e la ristorazione.
In entrambi i casi, i criteri di valutazione per l’assegnazione degli immobili terranno conto in particolare della qualità della proposta, sia dal punto di vista dei contenuti, in coerenza con le finalità indicate dall’Amministrazione, che del progetto edilizio ed impiantistico, della sostenibilità economica, della credibilità ed ampiezza del partenariato, dei risultati attesi e dell’impatto sul quartiere e sulla città intera.