Non si esaurisce il filone delle indagini della Polizia Locale sui sacchetti di plastica non a norma. Questa volta, a seguito di un’indagine sulla tracciabilità di alcuni prodotti e, successivamente, dal controllo di un autotrasportatore che riforniva gli operatori del mercato di Via Crema a Milano, agenti del Nucleo Antiabusivismo hanno individuato un importante distributore di sacchetti in plastica non conformi. Si tratta di un cittadino marocchino di 60 anni, titolare di un’azienda che rifornisce di imballaggi per alimenti e per trasporto merci i principali mercati di Milano.
L’indagine è partita all’interno del Mercato di Via Crema, dove gli agenti, dopo aver assistito ad una vendita di alcuni scatoloni di sacchetti, sono intervenuti e hanno proceduto al controllo di un autocarro all’interno del quale sono stati rinvenuti migliaia di sacchetti non a norma, privi cioè di elementi identificativi quali denominazione e sede del produttore, nonché loghi e idonee diciture attestanti il possesso dei requisiti di legge. Non solo, sono stati trovati anche buste che riportavano false diciture sulla quantità di plastica riciclabile utilizzata nella realizzazione del prodotto.
L’attività di perquisizione si è poi estesa anche ad un deposito di stoccaggio della merce nel Comune di Seregno, dove sono stati trovati e sequestrati circa 1 milioni e mezzo di sacchetti. La novità che tra di essi c’erano anche buste con l’imitazione del marchio Louis Vuitton.
Al termine dell’attività sono state denunciate per concorso in contraffazione e frode in commercio 2 persone, alle quali sono state anche contestate violazioni al Codice dell’Ambiente.
“Le leggi prevedono – spiega il comandante della Polizia Locale Marco Ciacci – che i sacchetti debbano avere un particolare spessore che ne permetta l’utilizzo protratto nel tempo, proprio per evitare che si trasformino in breve in rifiuti plastici. Molti di questi erano ampiamente sotto quella soglia, per questo sono stati posti sotto sequestro”.
“Questi sacchetti di plastica e il loro smaltimento – aggiunge la vicesindaco Anna Scavuzzo – costituiscono un problema ambientale non di poco conto, su cui speculano e hanno ricavi illegittimi quanti non rispettano le normative. Togliere questa merce dal commercio è importante e va anche a tutela di tutti quegli esercenti onesti che, in buona fede, possono incorrere nell’acquisto di questo materiale contraffatto”.