Milano, Monza e la Brianza, Lodi: continuano a crescere gli indicatori dell’economia, secondo il rapporto annuale “Milano Produttiva”, a cura del Servizio Studi Statistica e Programmazione della Camera di Commercio, giunto alla 28° edizione e che da quest’anno include anche l’analisi dei territori di Monza Brianza e Lodi.
Il rapporto annuale “Milano Produttiva”, quest’anno si arricchisce anche dei dati su Monza Brianza e Lodi, sottolinea la ripresa economica di un territorio caratterizzato da un tessuto produttivo e imprenditoriale in crescita rispetto alla media nazionale. I segnali positivi arrivano dall’incremento del PIL, dalle performance del commercio internazionale, che continua a rappresentare un fattore determinante e dal mercato del lavoro.
Milano conferma la sua centralità nel Paese con un tasso di crescita delle imprese del +1,5% (dato doppio rispetto al tasso nazionale,+0,8%, e lombardo,+0,6%), il primato nazionale delle esportazioni (41 miliardi, 9,2% italiano), l’alta densità imprenditoriale (190 imprese ogni km2 contro le 34 della Lombardia), il peso delle società di capitali (40% delle attive, dieci punti in più della Lombardia e quasi venti in più dell’Italia), delle imprese partecipate all’estero (16,3% nazionale) e di quelle a partecipazione estera presenti in Italia (32,4%).
Crescono le imprese attive, +1,2%, raggiungendo quota 300mila, trainate dalle società di capitali (+3,1%), dal settore terziario (+1,9%), dalle imprese straniere (+4,2%) e femminili (+1,3%).
In crescita anche artigianato (+0,8%), addetti (+9,1%) ed export (+7,7%).
Positivi gli indicatori del mercato del lavoro, cresce l’occupazione del 2% trainata dalle donne (+2,6% le occupate italiane e +4,4% quelle immigrate) e da alberghi e ristoranti (+3,6%). Il tasso di occupazione sale al 69,5%, oltre dieci punti in più rispetto al tasso italiano (58%) mentre calano le persone in cerca di occupazione (-12%) e il tasso di disoccupazione scende al 6,5% contro l’11,2% italiano. Bene anche il trend che riguarda i giovani con età compresa tra 15 e 29 anni, scende ancora il tasso di disoccupazione giovanile: 16,8% (era il 18,6% un anno fa, il 22% due anni prima), a quasi dieci punti di differenza dall’Italia (26,7%).