Comunità di Sant’Egidio, no al censimento dei nomadi, sono necessarie altre misure

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“La Comunità di Sant’Egidio esprime forte preoccupazione e disappunto in merito
all’approvazione da parte del Consiglio Regionale Lombardo della mozione concernente il
censimento residenti e insediamenti campi rom presenti in Lombardia, la chiusura dei campi irregolari, il contrasto all’accattonaggio e il sostegno all’obbligo scolastico”. Lo scrive la comunità di Sant’Egidio in una nota.  “La mozione contiene una serie di proposte finalizzate all’elezione di un “gruppo bersaglio”, in linea con le dichiarazioni del Governo nazionale a proposito di un censimento etnico, già significativamente contestato dall’Unione delle Comunità ebraiche italiane e che richiama quello ritenuto illegittimo dal Consiglio di Stato nel 2011. Nella mozione si chiede di svolgere un censimento anche tra gli abitanti dei campi regolari: è inutile sprecare risorse economiche per dati che già i singoli Comuni conoscono. Anche le parole utilizzate contraddicono la realtà. Si utilizza il termine “nomadi” per persone che nella stragrande maggioranza non praticano il nomadismo: a titolo di
esempio, oltre la metà dei rom abitanti nei campi di Milano sono nati a Milano. Diverse
raccomandazioni, a partire dal “Rapporto conclusivo dell’indagine sulla condizione di
Rom, Sinti e Caminanti in Italia” del Senato (2011), mostrano gli effetti negativi dell’uso
di un linguaggio errato. La Comunità di Sant’Egidio opera a favore delle famiglie rom e sinti da diversi decenni, rivolgendo una particolare attenzione alla scolarizzazione.
La Lombardia potrebbe fare molto per favorire il benessere dei minori, cambiando
radicalmente alcuni provvedimenti approvati dalla Regione negli ultimi anni. Nelle scorse
settimane molti bambini rom e sinti, che vivono in situazioni di povertà ma frequentano
le scuole secondarie, sono stati esclusi dalla Dote Scuole, un aiuto economico regionale
finalizzato all’acquisto di libri di testo e materiale scolastico, in quanto non residenti
poiché senza casa e/o figli di disoccupati. Per le stesse ragioni si viene esclusi da aiuti
alla prima infanzia e alla maternità, dalla Dote Sport per favorire la pratica
sportiva e corsi professionalizzanti per gli adolescenti.
Nella mozione approvata dal Consiglio Regionale vi è una “grande assente”: la
“Strategia Nazionale di Inclusione per Rom, Sinti e Caminanti”, approvata nel
2012 e di fatto sostanzialmente inapplicata. Indica la strada per superare le
discriminazioni e i problemi sociali relativi ad alcuni insediamenti, individuando quattro
aree di azione (Scuola, Salute, Lavoro, Casa). Nel 2012, con quel documento strategico, il
Governo chiedeva alle singole Regioni di istituire tavoli per l’elaborazione di Strategie
regionali. A sei anni di distanza, la  Lombardia non l’ha ancora istituito, a differenza di altre Regioni”.

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