Turchia, la milanese Cristina Cattafesta non ancora liberata

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I tempi per la liberazione di Cristina Cattafesta, fermata il 24 giugno a Batman, in Turchia, dalla polizia turca “sono ad ora imprevedibili, e soggetti alla volontà dei giudici”. Lo sottolinea in un comunicato il Cisda, cioè il Coordinamento italiano sostegno donne afghane di cui l’attivista milanese è presidente. “Il 21 giugno scorso, una delegazione di sei persone del Coordinamento Italiano a Sostegno delle Donne Afghane (Cisda) è partita alla volta della Turchia, nel sud est del paese, per svolgere il ruolo di Osservatrice Internazionale per le elezioni presidenziali e parlamentari. Il Cisda, da tre anni impegnato a sostegno della causa curda, ha risposto ai numerosi appelli di organizzazioni della società civile e dello stesso partito dell’HDP, che chiedevano la presenza di osservatori internazionali per monitorare un processo elettorale fondamentale per il futuro del paese.
Domenica 24 giugno nella città di Batman, dove si trovava il seggio cui era stata destinata, Cristina Cattafesta, Presidente del Cisda, è stata fermata per un controllo da parte della polizia turca.
Nei giorni precedenti anche altri osservatori erano stati fermati ed espulsi, ma non trattenuti.  Il 25 giugno il procedimento contro la nostra compagna si è concluso con una sentenza di espulsione dalla Provincia di Batmam, con conseguente trasferimento nel Dipartimento Immigrazione, dove avrebbe dovuto essere trattenuta non oltre 24 ore.
Giunge invece oggi la notizia che la Procura di Batman ha trasferito la decisione direttamente ad Ankara. Cristina Cattafesta sarà trasferita in un Centro di espulsione a Gaziantep. I tempi per la sua liberazione sono ad ora imprevedibili, e soggetti alla volontà dei giudici”.
“Cristina Cattafesta  – spiega il Cisda – è un’attivista che ha scelto di dare il suo sostegno e supporto come osservatrice per un processo elettorale complesso, come quello che si è svolto in Turchia.  Mantenendo la massima cautela e il riserbo che la situazione richiede, ringraziamo tutti e tutte per le parole di solidarietà e per l’attenzione nei confronti di quanto accaduto. Saremo felici di dare visibilità a tutti i gesti di vicinanza che riceveremo e che danno voce a quella realtà che non abbassa lo sguardo per la giustizia e il rispetto dei diritti umani. Vi terremo aggiornati su eventuali iniziative che prenderemo a suo favore.
Ci auguriamo che il caso sia chiuso nel più breve tempo possibile e che Cristina possa tornare al più presto in Italia. Libera”.

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