Vigne devastate nel Pavese e campi allagati in provincia di Brescia: è il bilancio – spiega Coldiretti Lombardia – della grandine e delle bombe d’acqua che ieri si sono abbattute su alcune zone della regione. Gli effetti più gravi – precisa la Coldiretti in base alle prime stime – si sono registrati nell’Oltrepo Pavese, dove nel pomeriggio i chicchi di ghiaccio hanno pesantemente colpito i terreni coltivati a vite, mentre in Valle Sabbia si sono verificati allagamenti di campi e aziende agricole. Nel Pavese tra i comuni di Borgo Priolo e Terrazza Coste – stima la Coldiretti Lombardia – la grandine ha danneggiato fino al 70 per cento delle vigne. I tecnici della Coldiretti hanno già raccolto le prime denunce da parte degli imprenditori agricoli mentre continuano gli accertamenti sul posto, scattati subito dopo la tempesta durata alcuni minuti. Diversi alberi sono stati sradicati, anche a causa delle forti raffiche di vento, e alcune strade sono state allagate dalla pioggia battente. Bilancio pesante anche in Valle Sabbia – prosegue la Coldiretti regionale -, interessata ieri mattina da un nubifragio che ha lasciato completamente sommersi i campi coltivati in questo periodo a erba medica. Allagate anche stalle e strutture agricole. In alcune cascine la violenza dell’acqua è riuscita a trascinare via persino i balloni di fieno, mentre in un allevamento di suini è finita sottacqua la macelleria aziendale. Il maltempo è proseguito in serata in altre parti della Lombardia: la grandine ha colpito il nordest Milanese, intorno al comune di Parabiago, e l’area a sud delle province di Varese e Como, in particolare nel Saronnese. Durante l’ultimo mese – spiega la Coldiretti Lombardia – tempeste di ghiaccio si sono registrate più volte, in diverse province, da Cremona a Milano, dal Comasco al Mantovano. Le continue bizze del tempo, che alterna giornate di beltempo a nubifragi, confermano i cambiamenti climatici in atto. In particolare, questa pazza primavera – conclude la Coldiretti – si classifica al quarto posto tra le più calde dal 1800, ma con il 21% di precipitazioni in più rispetto alla media storica, sulla base dei dati Isac CNR.