“Dal 2012 a oggi sono stati smantellati 11 insediamenti – ha detto la vicesindaco di Milano e assessore alla sicurezza, Anna Scavuzzo – che hanno interessato circa mille persone”. Dati che hanno toccato il tema dei ‘campi autorizzati’ e di quelli ‘non autorizzati ma consolidati e sotto ossercazione’ che, secondo i censimenti del Comune, coinvolgerebbero circa mille persone. Un altro censimento, ha annunciato Scavuzzo, sara’ effettuato a breve, aggiungendo come “l’obiettivo sia quello di superare l’idea stessa di campi, anche se non e’ cosi’ semplice. Ogni tipo di accampamento crea di fatto un ghetto e ci sono una serie di passi da fare. Il messaggio pero’ deve essere chiaro, se vieni a milano per ripulire gli
appartamenti, allora non e’ la tua citta’”. Piu’ che gli sgomberi, ha aggiunto Scavuzzo, “vogliamo una maggiore efficacia nel processo di integrazione e l’individuazione di chi arriva per delinquere. Linea piu’ dura? Sicuramente una linea piu’ efficace. Proseguiamo secondo l’impostazione del Piano Rom. Stiamo procedendo, lavorando con la Polizia Locale con controlli e verifiche e proseguendo nel percorso di inclusione, perche’ se si spostano luoghi e persone, allora siamo noi a farli diventare dei Nomadi. Devono invece uscire da condizioni di poverta’ e marginalita’ che non sono conciliabili con una citta’ che ha rispetto delle persone”. Per quanto riguarda campi attualmente presenti sul territorio milanese, la vicesindaco ha sottolineato come “ognuno abbia la propria criticita’. Serve ripristinare l’ordine, anche per chi vive nel campo”. Le attivita’ di controllo nelle quattro ‘zone calde’, definite dalla vicesindaco nel corso della Giunta di venerdi’ scorso (Rubattino, Bonfadini, Bitinia, Cancano-Cusago, ndr), presentate alla Commissione parlano di 1139 interventi, di 6756 persone e 2136 veicoli controllati dal 1° gennaio 2018 ad oggi.