Danni pesanti a orzo, frumento e foraggi come erba medica e loietto. È quanto emerge da una prima rilevazione dei tecnici di Coldiretti dopo la violenta grandinata che oggi pomeriggio si è abbattuta sul Pavese. Le verifiche sono ancora in corso – spiega la Coldiretti Lombardia – e un quadro più preciso della situazione si potrà avere solo nelle prossime ore. La tempesta di ghiaccio, con chicchi grandi come nocciole, si è scatenata intorno alle 15 sulla città di Pavia, poco dopo aver colpito l’Oltrepò Pavese. Il tutto – spiega la Coldiretti – è durato una decina di minuti, sufficienti a lasciare sulle strade un manto bianco alto alcuni centimetri. La grandinata – continua la Coldiretti – arriva dopo giorni di maltempo sull’intera Lombardia con conseguenti disagi nelle campagne dove si registrano ritardi nei lavori primaverili. “Le precipitazioni di questi giorni – spiega Alessandro Rota, Presidente della Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza e cerealicoltore a Cassano d’Adda, in provincia di Milano – si sommano a quelle della scorsa settimana, che avevano già posticipato la semina del mais. Dopo la pausa dello scorso fine settimana, il ritorno del maltempo ha complicato la situazione: non si può parlare di emergenza, ma il ritardo comincia a farsi consistente. Siamo ormai alla metà di aprile e il rischio è quello di compromettere parte della produzione”.
“Qualcuno ha cominciato a seminare lo scorso weekend – gli fa eco Marco Curtarelli, cerealicoltore di Castelnuovo Bocca d’Adda(Lodi) – Io ho preferito aspettare per non avere problemi dopo: i terreni sono bagnati e in questa zona sono particolarmente pesanti e sporchi d’erba. Anche le temperature non sono le migliori. Non siamo ancora in una situazione di allarme, ma siamo già in ritardo di un mese rispetto al 2017: un anno fa di questi tempi avevo concluso già la semina di mais e soia. In passato, però, è successo anche di peggio: penso al 2013 quando si seminò tra maggio e giugno, ma i risultati furono pessimi”. “A causa del periodo particolarmente piovoso – spiega Adriano Galizzi di Leffe (Bergamo) – i mezzi agricoli non possono entrare nel terreno per effettuare le lavorazioni, quindi siamo in ritardo di due settimane per la semina del mais Spinato di Gandino e delle patate”. E sempre nel Bergamasco, anche in pianura si segnalano ritardi per l’erba medica che doveva essere seminata circa un mese fa, mentre per il mais si tengono le dita incrociate e si spera nel bel tempo. “Il problema – sottolinea Elena Lazzarini di Fontanella(Bergamo) – è che la terra è fredda e finché non si alzano le temperature e si scalda un pò il clima, seminare non vale la pena perché con i terreni così umidi il seme marcirebbe”. Situazione analoga nel Mantovano: “Dovremmo seminare due ettari a mais ed erba medica – spiega Maria Grazia Maestri dell’agriturismo Dell’ibisco a Correggio Micheli (Bagnolo San Vito) – ma le piogge rendono il terreno impraticabile e siamo fermi”. “Siamo preoccupati per il nostro orto in pieno campo – racconta dal canto suo Lisa Valli dell’agriturismo Tre Ponti di Villimpenta(Mantova) – Tra freddo e piogge dobbiamo iniziare ora le operazioni che solitamente facciamo a metà febbraio. Bisogna vedere se lo sviluppo delle piante e del frutteto avverrà in modo corretto e quale sarà il danno allo sviluppo vegetativo delle piante”.