E’ stata inaugurata oggi presso il Memoriale della Shoah di Milano, la mostra “Le navi della speranza. Aliya Bet dall’Italia: 1945-1948”. Attraverso una serie di fotografie dell’epoca si ripercorre la migrazione degli ebrei sopravvissuti alla Shoah verso la Palestina, allora protettorato britannico, avvenuta nel triennio tra la fine della Seconda guerra mondiale e la nascita dello stato di Israele. In particolare, la mostra pone l’accento sul ruolo dell’Italia per gli oltre 250.000 ebrei in fuga dall’Europa orientale: Paese di rifugio e “Porta di Sion” verso la Terra Promessa. Tra gli episodi narrati dal percorso espositivo la vicenda di La Spezia: per sei settimane tra aprile e maggio 1946, un migliaio di profughi rimase bloccato nel porto della città; iniziò così uno sciopero della fame per ottenere dal governo inglese le autorizzazioni necessarie per l’approdo in Palestina.
Come recita il testo di Elena Loewenthal in chiusura del catalogo della mostra “C’è tanta vita, in questa storia che lega l’Italia e Israele. Due sponde dello stesso mare, tanti destini che la storia ha fatto incontrare e unito in un modo tutto speciale. […] Quella della Aliyah bet, dell’assistenza ai sopravvissuti dai campi di sterminio, della collaborazione all’immigrazioni clandestina, del calore che i profughi – adulti e bambini – hanno ricevuto in Italia fra il 1945 e il 1948, è una storia straordinaria. Fatta di tante cose diverse, tutte davvero stupefacenti: coraggio e solidarietà, giustizia e intraprendenza. […] È una storia indimenticabile che, proprio come l’Italia “porta di Sion” si apre davanti agli occhi e al cuore di chi la guarda.” L’esposizione, curata da Rachel Bonfil in collaborazione con Fiammetta Martegani, giunge in Italia per concessione del Museo Eretz Israel, che ha ospitato la mostra a Tel Aviv nel 2016 con il titolo “In risposta ad un Capitano Italiano” – dall’omonima poesia di Nathan Alterman – visitata in quell’occasione anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
“Gli ebrei superstiti della Shoah raggiungevano la Palestina a bordo di piccoli pescherecci; oggi i rifugiati tentano di raggiungere l’Italia su imbarcazioni di fortuna alla ricerca di un futuro migliore. Per questo, la mostra rappresenta un’opportunità per tutti per riflettere su come educarci a combattere l’indifferenza.” ha dichiarato Roberto Jarach, Presidente della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano. “A 80 anni dalle Leggi Razziali e 80 anni dalla Conferenza di Evian, vogliamo ringraziare l’Italia per aver aiutato gli ebrei in un momento in cui, come disse Chaim Weitzman «sembra che il mondo si divida in due zone: in una gli ebrei non possono vivere, nell’altra non possono arrivare»” ha aggiunto la Vice Ambasciatrice di Israele in Italia Ofra Fahri. “E anche grazie a questo aiuto, possiamo festeggiare i 70 anni dello Stato d’Israele.” La mostra, disponibile sia in italiano sia in inglese, è stata organizzata dal Memoriale della Shoah di Milano con la collaborazione dell’Ambasciata di Israele, allestita da Morpurgo de Curtis ArchitettiAssociati e realizzata grazie al contributo 8 per mille dell’UCEI. Sarà possibile visitare “Le navi della speranza. Aliya Bet dall’Italia: 1945-1948” in concomitanza con gli orari di apertura del Memoriale: il lunedì dalle 9.30 alle 19.00, dal martedì al giovedì dalle 9.30 alle 14.30 e la prima domenica del mese dalle 10.00 alle 18.00. Per ulteriori informazioni, consultare il sito http://www.memorialeshoah.it