C’era una volta il teatro.
Mi è sempre piaciuto andare a teatro. Il colpo di scena, la recitazione, e tutto il resto. Mi è sempre piaciuto perché dopo un po’ finisce e si torna alla vita solita.
Il problema della politica è che troppo spesso è un teatro permanente. Così, abbiamo visto le auto blu messe in vendita su ebay da Renzi (a proposito, le hanno vendute?), abbiamo visto Bossi con l’ampolla sul Po, Berlusconi sul predellino, abbiamo visto Bersani in streaming (quanto si è parlato di streaming in quei giorni), abbiamo visto Bersani davanti a una birra, non abbiamo più visto proprio Bersani. Abbiamo visto tutti gli elogi per la Boldrini e poi l’indegna gazzarra su Facebook contro di lei, che non ne mancava di spararne una al giorno, di minchiata. Non abbiamo più visto da un po’ Grasso. Abbiamo visto una serie talmente incredibile di congressi del PD da poter riempire gli scaffali rimasti vuoti dall’enciclopedia britannica. Abbiamo visto i 5 stelle digerire l’ultra berlusconiana, abbiamo visto l’ultra berlusconiana manifestare contro la procura di Milano e abbiamo visto i girotondi abbracciare la procura di Milano. Abbiamo visto Fico sull’autobus andare alla Camera.
Poi, fuori, c’è il Paese reale. E la quindicina di miliardi di euro da trovare per scongiurare l’aumento dell’Iva. Quando avete finito di fare il teatro, ci sarebbe da occuparsene, grazie.