C’era una volta la giustizia. Ci sono due casi sulla stampa che mi portano a riflettere, in questi giorni.
Il primo riguarda il giudice della corte costituzionale Zanon. Quello la cui moglie, l’ex consigliera Dem di Milano Marilisa D’Amico, secondo l’accusa avrebbe usato l’auto blu portandolo al reato di peculato. Zanon, come abbiamo detto ieri, è stato tanto signore da dimettersi immediatamente dalla carica. Dimissioni respinte però, e mi sembra giusto così. Zanon è un signore, e lo dimostra. Ma c’è un ma. Perché da una signora, l’avvocatessa D’Amico, che ha insistito per una vita sui temi della trasparenza, desidererei (senza pretese, beninteso), qualcosa di più di una riga e mezza su Facebook nella quale dice: “Spiegheremo tutto“. Grazie, certo che spiegherete tutto: c’è un’inchiesta in corso, è ovvio che spiegherete. Ma farlo prima, pubblicamente, non sarebbe non dico necessario, ma più elegante? La stessa eleganza mostrata da Zanon con le sue dimissioni. Vedremo. Intanto, a proposito di mancanza di eleganza, e pure di raziocinio, succede che una struttura realizzata a Norcia con i fondi di La7, quindi con le donazioni, e progettata da Stefano Boeri gratuitamente, quindi senza alcun lucro, ha portato lo stesso Boeri ad essere indagato per abuso edilizio. Solo in Italia si riesce a far passare la voglia di fare azioni di solidarietà. E a blaterare di trasparenza e correttezza.