Aggressioni sui mezzi, i lavoratori Atm: basta, non siamo carne da macello

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“I vertici aziendali si convincano una volta per tutte che bisogna agire subito per fermare questa scia di violenza”. Lo afferma il sindacato dei trasporti della Cisl, la Fit, dopo l’aggressione di sabato scorso a un dipendente Atm di 55 anni colpito con il calcio di una pistola scacciacani da un uomo richiamato perché stava scavalcando i tornelli in metropolitana. “E’ giunta l’ora – prosegue la Fit in una nota nella quale esprime solidarietà al lavoratore – che l’azienda intraprenda iniziative efficaci per tutelare la sicurezza dei cittadini e  dei colleghi che quotidianamente sono esposti a questi episodi di inaudita violenza. Non ci interessano le frasi di circostanza che finora hanno accompagnato  i numerosi e gravissimi episodi accaduti”. Sabato scorso, alla fermata Bande Nere della linea 1, un dipendente Atm, fuori servizio, dopo aver cercato di fermarlo, ha seguito il “portoghese” su un convoglio dove la discussione è proseguita. E’ stato all’interno della carrozza che il diverbio è sfociato nell’aggressione, tra i passeggeri spaventati. Alla fermata Gambara il treno è stato fermato mentre sul posto arrivavano i soccorritori e la polizia. Il dipendente Atm è stato portato in ospedale con ferite alla testa. L’aggressore, un 43 enne italiano, tallonato da alcuni testimoni che si sono mantenuti in contatto con il 112, è stato poi arrestato. Quello di sabato scorso, purtroppo, è stato solo l’ultimo episodio violento ai danni di tranvieri o ferrovieri. “I lavoratori del gruppo Atm – conclude la nota della Fit Cisl – non sono carne da macello”.

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