C’era una volta il sessismo. Il caso è questo ed è emblematico di come il femminismo sia una deriva. Allora, ci hanno fatto due patagoni così sul fatto che il corpo femminile non può essere mercificato.
Giusto.
Giustissimo.
In fondo, perché sbattere tette e culi sui manifesti solo per vendere un paio di magliette in più? Vi ricordate tutte le polemiche? Sicuramente sì. Allora accade che in viale Forlanini compare un enorme manifesto dove si vede una donna nuda tirata per la coda da un uomo parimenti nudo con il quale sta evidentemente facendo sesso. Il tutto, per una marca di abbigliamento che già aveva affisso i suoi manifesti a Napoli dove avevano protestato. La marca li aveva fatti rimuovere. Poi ha pensato bene di trasferirsi qualche centinaio di chilometri più su. Ora, io non sono un bacchettone. Ognuno fa quel che vuole sotto le lenzuola. Per quanto mi riguarda, può anche profondersi in effusioni amorose con il drago del Trono di Spade. Però qualcuno mi deve spiegare perché, per il femminismo di sinistra milanese, se metti il corpo di una donna nuda è sessismo perché è mercificazione del corpo femminile. Se invece metti il corpo di una donna e quello di un uomo, nudi, che fanno sesso, si tratta di libertà sessuale e non di mercificazione.