Sono state 130mila le richieste di asilo nel 2017: è il numero più alto registrato in Italia, più del doppio rispetto a quattro anni fa. Nel confronto con il 2016 le richieste di asilo evidenziano un aumento lieve, pari al +5,4% (nel 2016 le richieste sono state 123.600), dovuto soprattutto al calo delle domande iniziato a luglio parallelamente al brusco rallentamento degli sbarchi a causa in particolare degli accordi con la Libia. In crescita la presenza femminile. Aumenta la proporzione di donne tra i richiedenti asilo: oltre 21mila nel 2017, il 16,2% del totale (costituivano il 15% del 2016, l’11,6% del 2015 e solo il 7,5% nel 2014). Sono i dati diffusi dall’Istituto per gli studi sulla multietnicità (Ismu) di Milano che ricorda come il percorso di asilo o protezione internazionale riguardi in modo massiccio i migranti che giungono in modo non autorizzato via mare, ma anche coloro che percorrono altre vie terrestri o aeree (ad esempio chi proviene dall’Ucraina). La domanda di asilo e protezione internazionale nel nostro Paese, oggi divenuta ormai la seconda motivazione di ingresso di cittadini non comunitari in Italia dopo i ricongiungimenti familiari.
Riguardo alla nazionalità, le domande nel 2017 sono state presentate soprattutto da nigeriani, bangladesi, pakistani, gambiani e ivoriani. Per i migranti originari del Bangladesh in particolare si è registrato il più significativo aumento: nell’ultimo anno le domande di asilo sono quasi raddoppiate. I dati della Commissione Nazionale per il diritto di asilo evidenziano un importante aumento di domande di asilo presentate da minori non accompagnati: nel 2017 sono stati 9.782, il numero più elevato del quadriennio preso in esame (erano 2.500 nel 2014) e il 73,5% in più rispetto al 2016. Pertanto costoro hanno quantitativamente superato i minori accompagnati (6.525 domande di asilo nel 2017). Si tratta soprattutto di maschi (93%) e quasi-adulti: solo 82 domande riguardano minori di 13 anni. Oltre un quinto dei richiedenti asilo minori soli giunge dal Gambia; seguono i nigeriani (12%) e i giovani provenienti dal Bangladesh (11,4%). Riguardo agli esiti: il 52,4% non ha ottenuto alcuna protezione. Nel corso dell’anno appena concluso sono state esaminate 82mila domande (10mila meno rispetto al 2016) da 49 Commissioni Territoriali e Sezioni in sede distaccata. I migranti a cui non è stata riconosciuta alcuna forma di protezione sono il 52,4% del totale, cioè 42.700 casi. È tra i 18-34enni che si registra il maggior numero di non riconoscimenti, cioè il 57% dei migranti in tale fascia di età. Gli uomini molto più delle donne hanno visto respingere la domanda di asilo nel 2017 (56% dei casi, 39mila migranti). Per i migranti provenienti dal Bangladesh, a fronte di un notevole aumento di domande di asilo, si riscontra un basso tasso di riconoscimento: il 64% delle domande esaminate nel 2017 ha avuto come esito il non riconoscimento di protezione, solo l’1,4% lo status di rifugiato –il valore più basso tra le diverse nazionalità dei richiedenti– e il 31% la protezione umanitaria. Percentuali di non riconoscimento sopra il 60% anche per nigeriani, senegalesi e pakistani. Tra i dati, l’Ismu rileva che è cresciuto il numero di coloro che hanno ottenuto lo status di rifugiato, status che nel 2017 ha costituito l’8,4% degli esiti – era il 5,3% l’anno precedente – mentre si è fortemente ridimensionata la protezione sussidiaria che nel 2016 era stata concessa a oltre 12mila migranti e nel 2017 a 6.800. Una domanda su quattro ha avuto come esito la protezione umanitaria. Rispetto al dato medio lo status di rifugiato registra un valore più alto tra le donne (25%), tra i minori di 13 anni (36%) e tra gli ultrasessantacinquenni (34%, anche se in numero assoluto si tratta di soli 90 casi). Relativamente alle nazionalità, lo status di rifugiato è concesso soprattutto ai siriani (93%), somali (37%), eritrei (26%) e iracheni (25%). Riguardo agli esiti delle domande presentate dai minori non accompagnati: nel 2017 ne sono state esaminate oltre 6.200. A 4.405 minori è stata concessa la protezione umanitaria (71% dei casi), mentre hanno ricevuto esito negativo il 18,8% delle domande, valore molto inferiore rispetto alla media generale (52,4%). Il 79% dei minori soli aveva 18 anni o più al momento in cui ha ricevuto la decisione dalla Commissione, dunque giovani che hanno ottenuto uno status in età adulta a fronte di una domanda presentata da minorenni. Infine, l’Ismu fornisce i dati relativi al programma di ricollocazione avviato a settembre 2015 dalla Commissione Europea a beneficio dell’Italia e della Grecia, i Paesi europei maggiormente soggetti alla pressione del fenomeno migratorio. Al 31 dicembre 2017 sono stati trasferiti dall’Italia in un altro stato membro 11.464 richiedenti protezione internazionale. Si tratta quasi esclusivamente di cittadini eritrei (95% dei casi) e solo di 521 siriani e 98 di altre provenienze che possono beneficiare del programma. Tra i trasferiti anche minori accompagnati (1.083) e minori soli (99). I richiedenti protezione internazionale sono stati accolti soprattutto dalla Germania, dove è stato ricollocato il 43% dei migranti. Seguono Svezia (10,6%) e Svizzera (7,8%). Quest’ultima, pur non facendo parte dell’Unione Europea, grazie ad accordi bilaterali con l’Italia ha reso disponibili posti per il ricollocamento. (omnimilano)