E’ stato firmato oggi a Milano il protocollo d’intesa per la qualità e la tutela del lavoro negli appalti di lavori, servizi e forniture a contrasto delle gare al massimo ribasso. A sottoscrivere l’intesa, Palazzo Giureconsulti, rappresentanti del comune di Milano e delle Confederazioni Sindacali CGIL, CISL e UIL di Milano.
Il protocollo nasce dalla volontà condivisa dalle parti di individuare linee guida che pongano come prioritari gli obiettivi della responsabilità sociale, del rispetto della contrattazione, del lavoro regolare e sicuro e della concorrenza leale, ma soprattutto ribadisce e rafforza, nelle commesse di lavori e in quelle di servizi ad alta intensità di lavoro, il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa quale sistema di valore nello scegliere i soggetti che si aggiudicheranno le gare. Criterio questo che consente di valutare come premiante la qualità complessiva dell’offerta presentata rispetto al massimo ribasso economico così da garantire la più alta qualità e sicurezza nei lavori affidati e nei servizi erogati, attraverso un più ampia tutela del lavoro e dei singoli.
Nello specifico il Comune di Milano, in qualità di soggetto appaltante, si impegna a individuare nel criterio dell’offerta economica più vantaggiosa l’elemento discriminante nella scelta dei suoi fornitori e nell’affidamento delle gare. Tra i criteri di valutazione quindi verrà attribuita alla sola offerta economica un valore massimo del 30% nella definizione del punteggio complessivo, oltre a proseguire nella ormai consolidata prassi di individuare una soglia minima di punteggio inerente gli aspetti tecnici e qualitativi al di sotto della quale l’offerta non viene considerata accettabile.
L’Amministrazione attraverso questo protocollo impegna ogni appaltatore a garantire un confronto costante con le Organizzazioni Sindacali maggiormente rappresentative oltre a prevedere ove possibile nelle gare una premialità per quelle realtà che garantiranno le condizioni economiche di miglior favore per i lavoratori tra i contratti del comparto merceologico di riferimento.
Per tutelare ulteriormente il lavoro e i lavoratori, il protocollo prevede che, nel caso di cambio di appalto o di eventuali subentri di nuove imprese rispetto a quelle originariamente aggiudicatarie dell’appalto, queste debbano assumersi l’impegno a garantire la cosiddetta clausola sociale e cioè l’assunzione di tutto il personale impiegato nell’esecuzione delle prestazioni dall’appaltatore uscente. Non solo, i soggetti che si aggiudicano le gare, oltre ad applicare il contratto collettivo nazionale e territoriale in vigore per quel determinato settore, dovranno anche garantire ai dipendenti impiegati nell’appalto condizioni normative, retributive e di tutela del rapporto di lavoro non peggiorative rispetto a quelle preesistenti.
Inoltre l’appaltatore e l’eventuale subappaltatore saranno obbligati, nel caso in cui la società assuma la forma di cooperativa, a prevedere che l’adesione da parte dei propri lavoratori avvenga esclusivamente su richiesta degli stessi proprio per evitare la nascita di cooperative fittizie che non tutelano il lavoratore soprattutto per realtà come call center e la fornitura di servizi a basso valore aggiunto come pulizie, servizi mensa e manodopera generica.
Maggiore attenzione anche verso disoccupati e inoccupati. Previsto infatti, tra i criteri di gara definiti dal protocollo, l’inserimento di una clausola che indichi una quota non inferiore al 10% di manodopera da individuare tra le persone con difficile accesso al lavoro o tra il personale disoccupato a seguito di procedure di licenziamento favorendo così il reinserimento lavorativo.
Infine viene istituito dall’Amministrazione un registro dei fornitori, esecutori e appaltatori comprensivo di un elenco di imprese che abbiano segnalazioni di pregressi impieghi di manodopera con modalità irregolari o che abbiano fatto ricorso ad illegittime forme di intermediazione per il reclutamento di personale al fine di favorire la trasparenza e la legalità.