Oltre otto imprese su cento a Milano e in Lombardia sono “altamente vulnerabili” rispetto al rischio di infiltrazioni della criminalita’ organizzata. E’ il dato individuato dalla relazione 2017 del Comitato Antimafia del Comune di Milano, presentato oggi a palazzo Marino. Il report “Luce sul grigio” e’ il primo documento del comitato istituito dal sindaco Giuseppe Sala nel 2016 e presieduto da Carmen Manfredda, in continuita’ con il precedente voluto da Giuliano Pisapia. Per individuare i “fattori di vulnerabilita’” di Milano alla infiltrazioni malavitose il comitato ha esaminato la “propensione” a reati di tipo economico da parte di amministratori, dirigenti e soci d’impresa fra il 2006 e il 2013, usando i dati delle Comunicazioni di notizie di reato. Su 16.382 societa’ di capitali, sono state individuate 8.088 segnalazioni di reato, di cui il 30 per cento per reati “tipici” della criminalita’ organizzata. La “vulnerabilita’ alta”, per la presenza di amministratori segnalati per reati tipici, riguarda l’8,6 per cento delle imprese, mentre sono “bianche”, cioe’ senza segnalazioni di reato, il 62,5 per cento delle imprese lombarde. Tra i reati tipici piu’ diffusi, non solo quelli per droga e contrabbando ma anche quelli contro la pubblica amministrazione e le malversazioni, ma sono i reati fiscali e quelli di falsa fatturazione quelli piu’ rappresentati, il 44,8 per cento del totale nell’area metropolitana e il 51,3 per cento nelle altre province. Per il comitato, “il classico esempio che mostra come economia grigia e nera tendano a confondersi”. Milano piu’ appetibile per la criminalita’ rispetto al resto della Lombardia? Non si rileva un maggior grado di virulenza, secondo la relazione (la percentuali di reati associati a chi governa le imprese e’ del 56,1 per cento in Lombardia e del 46,6 per cento nell’area metropolitana) mentre le imprese pubbliche risultano piu’ vulnerabili di quelle private. Le persone segnalate vengono allontanate dalle aziende? No, indica la relazione, queste persone tendono a restare al governo delle imprese, mentre una correlazione viene individuata fra vulnerabilita’ e performance aziendali: il malaffare non fa bene alle imprese, spiegano i membri del comitato, perche’ le imprese piu’ a rischio tendono a essere anche piu’ deboli “L’8 per cento e’ un dato basso o alto? Difficile ora dirlo – ha spiegato Nicola Pecchiari, del comitato – in quanto il dato sulla notizia di reato potrebbe ridursi”. Il “dato significativo – ha pero’ sottolineato Donato Masciandaro, altro componente del comitato – e’ il reato economico come humus per le infiltrazioni: serve una propensione ad allearsi con la criminalita’”. Contro il fenomeno, “bisogna sicuramente agire – ha detto Manfredda – sul doppio binario della repressione e della prevenzione” ma “in realta’ la migliore azione di contrasto sta nel rafforzamento delle strutture dello Stato e nella trasparenza dell’azione amministrativa. La mafia arretra dove lo Stato e’ forte”. E questo, per il sindaco Giuseppe Sala, significa che “lo Stato deve fare di piu’, decidere che situazioni particolari vanno affrontate con uno sforzo sufficiente. Ci sono situazioni in cui e’ necessario intervenire”. In campo, ha ricordato Manfridda anche l’elaborazione di una “Carta antimafia di Milano”, su un input emerso agli stati generali dell’antimafia lo scorso novembre. (omnimilano)