Sorpresi stamani a Pioltello, nell’area dove è avvenuto l’incidente ferroviario lo scorso giovedì, quattro operai portati in questura per essere identificati. Gli uomini si trovavano nella zona posta sotto sequestro dalla magistratura, indossavano pettorine di Rfi (Rete Ferroviaria Italiana). Alcuni testimoni avrebbero visto i quattro operai fare dei rilievi con strumentazione tecnica usata di solito per controllare lo stato delle rotaie. Come si precisa in una nota della questura, i quattro operatori non autorizzati sono stati individuati, nel corso delle operazioni di controllo inerenti l’incidente ferroviario, da personale del Noif (Nucleo Operativo Incidenti ferroviari), del Compartimento Polizia Ferroviaria per la Lombardia e della Polizia Scientifica, lungo la linea ferroviaria ove sono situati i binari già sottoposti a sequestro, intenti ad effettuare dei lavori per i quali seguirà attività investigativa di approfondimento. Gli stessi, identificati, sono stati denunciati all’Autorità giudiziaria per violazione di sigilli ed è stato sequestrato il materiale di cui erano in possesso. “I tecnici che oggi sono stati fermati dalle Autorità erano impegnati esclusivamente in controlli tecnici tra Pioltello e Treviglio in vista della riapertura degli altri due binari della linea, nelle zone non poste sotto sequestro dall’autorità giudiziaria. Gli operai, non avendo la percezione dei confini dell’area sequestrata, non visibilmente segnalati, li hanno superati inavvertitamente. In ogni caso, i tecnici non hanno mai invaso luoghi o aree recintate e non avevano alcuna volontà o intenzione di superare i limiti imposti dalla magistratura”. Lo comunica con una nota Rfi.
“Il disastro ferroviario di Pioltello e i gravi e continui disagi subiti dai pendolari lombardi impongono una riflessione critica sulla gestione del gruppo Fnm che controlla il 50% di Trenord mentre l’altro 50% è in mano alle FS. Per questo chiediamo una riunione straordinaria dell’assemblea degli azionisti”. Si legge in una nota congiunta di Dario Balotta, ex responsabile Trasporti di Legambiente, e Roberto Biscardini, del Psi, in qualità di azionisti di Ferrovie Nord. “Sorprendono – spiegano – le ultime costose acquisizioni di aziende fuori dal perimetro regionale senza nessuna strategia industriale che le giustifichi. Si tratta di ATV Verona per 21 milioni, di Fuori Muro di Genova per 1,3 milioni e di Locoitalia 5 milioni. Un paradosso, se si pensa che la Regione Lombardia è costretta a sopprimere autobus extraurbani di importanti linee dell’area metropolitana milanese a causa della mancanza di fondi. Preoccupati della situazione delle ferrovie lombarde, degli alti costi gestionali, dei disservizi e dei ritardi quotidiani dei treni pendolari ci sembra opportuno focalizzare l’attività della Capogruppo FNM sugli standard di sicurezza della rete e dei convogli. Ci risulta invece che la pratica di elargire premi al personale direttivo e dirigente senza i risultati industriali che li giustificano e la prassi delle promozioni di carriere prive di parametri obiettivi sono al centro dell’attenzione soprattutto in questa fase elettorale”. (Omnimilano)