Foto del concerto dei GLORYHAMMER tenutosi al Legend Club di Milano (MI) il giorno 11/01/2018.
Opening bands: Civil War e Dendera.
Foto a cura di: Marco Brambilla.
Report a cura di: Simone Scavo.
Concerto: GloryHammer + Civil War
Data: 11 Gennaio 2018
Location: Legend Club di Milano
Inizialmente atteso per lo scorso Novembre e confermato per Gennaio di quest’anno arriva l’atteso concerto della formidabile heroic power metal band capitanata dal mago tastierista scozzese Zargothrax, aka Christopher Bowes, leader anche degli Alestorm. Dopo il battesimo del 2015 ad opera degli Stratovarius dove avevano sorpreso tutti i presenti per la musica ed il divertimento trasmesso, dopo la cresima del 2017 di spalla agli Hammerfall dove si erano riconfermati a grandi livelli di intrattenimento, tornano a Milano per la consacrazione questa volta da headliner suonando l’intero secondo eccellente lavoro “Space 1992: Rise of the Chaos Wizards” che in passato non avevo esitato definire una delle migliori uscite in campo power metal del 2015. Grazie alla Vertigo questo tour ha preso forma anche in Italia.
Ad accompagnarli ci sono gli svedesi Civil War dei 3 ammutinati e fuggitivi ex Sabaton, con 3 validi album all’attivo dei quali l’esordio “The Killer Angels” è stato certificato disco d’oro e gli inglesi Dendera autori di un solido ma anonimo heavy metal. La location scelta dagli eroi del power metal poteva essere solo leggendaria ed infatti è il Legend Club ad essere stato scelto come campo di battaglia, ottima scelta per capienza che pochi giorni prima aveva visti protagonisti i Rage.
CIVIL WAR
Apprezzati su disco con la splendida voce del quotato e sempre più indaffarato ma dimissionario Nils Patrik Johansson, il compito di dar vita alle canzoni dei power metallers svedesi è sulle spalle del talentuoso Kelly Sundown Carpenter, vocalist di esperienza che in passato aveva già avuto l’arduo compito di sostituire su disco un altro grande come Jorn Lande nei Beyond Twilight, reggendone il confronto anche complice una timbrica simile. Ed è sulle note della opener “USS Monitor” che la band fa il suo ingresso con tanto di casacche nere a richiamare le tematiche della guerra di indipendenza della trilogia dei loro album. Carpenter sin da subito mostra un timbro invidiabile, che non fa rimpiangere il suo predecessore a differenza del quale ha anche più attitudine live per presenza e dinamismo.
I brani dei Civil War sono come sempre diretti e di facile presa, ma anche potenti e veloci. Si salta con la più allegra e variegata “Saint Patrick’s Day” per arrivare alla cadenzata “Gettysburg” dove Carpenter dà sfoggio anche di una buona espressività. Ottima l’acustica che riesce a mettere in evidenza tutti gli strumenti senza affossare la voce. I musicisti nonostante lo spazio limitato danno il massimo, salendo anche sulle spie dimostrando una buona tecnica. Il pubblico apprezza il loro show e si infiamma per la loro musica, un power metal vario suggellato dalla prova di Carpenter. Echi dei Sabaton arrivano con l’evocativa “I Will Rule The Universe” la cui versione originale risale all’esordio, dal chorus dirompente. Simpatica è la più recente “Tombstone”, anch’essa singolo di buona presa così come la più marziale “Bay Of Pigs” dal chorus power al 100%. Chiusura lasciata alla più ariosa “Rome Is Falling” che suggella uno show diretto senza fronzoli che ha colto nel segno: accendere il pubblico … e accendere la Civil War: meglio Nils o Carpenter ?
GLORYHAMMER
Vedere un concerto dei Gloryhammer equivale ad assistere ad un irresistibile show “tamarro” ricco di divertimento, spensieratezza e cantare cori epici. Mattatore assoluto del gruppo è il cantante svizzero Thomas Winkler nella parte di McFife, un improbabile principe eroe vestito di verde che attraverso la Galassia si trova a combattere i Goblin, non senza i suoi compagni di viaggio tra i quali la parte più guerriera, barbara e alcolica la fa il bassista James Cartwright detto Hootsman, the Barbarian King of California, in grado di bere bottiglie di birra neanche fosse acqua, d’altronde è la sua “benzina”. La scaletta è parzialmente scontata, poiché avrebbero suonato per intero il loro secondo album che li ha resi noti “Space 1992: Rise of the Chaos Wizards”. Avendoli visti entrambe le volte al Live Club di Trezzo sull’Adda su un grande palco ero curioso di vederli su un campo di battaglia ridimensionato. La curiosità è stata subito ben ripagata, poiché la ridotta dimensione non ne ha scalfitto il coinvolgimento. La partenza è collaudata con la bordata “Rise Of The Chaos Wizards” che da subito fa aumentare la temperatura del locale. Acustica ottima, musicisti gasati e pubblico alle stelle. La versione dei Rhapsody senza troppi fronzoli barocchi, lo spettacolo è cominciato. Con l’epica “Legend Of The Astral Hammer” fa anche il suo ingresso la curiosa creatura Bianca che porta il Martello Astrale a McFife: concerto dopo concerto il martello è sempre più grande, con tanto di illuminazione interna … l’invidia anche del potente Thor !
Il pubblico ben preparato canta il ritornello a gran voce e la band sorride soddisfatta. Si prosegue a gran ritmo con simpatici siparietti del cantante che dapprima presenta l’arte del bere birra di Hootsman e quindi coinvolgendo il pubblico, chiamando in causa uno spettatore che impugnava una finta testa di unicorno prendendolo un po’ in giro in modo divertente e mandandolo in missione … a prendere una birra per Hootsman.
Dal punto di vista tecnico impeccabile è stata la prova di tutti, soprattutto occorre menzionare McFife che ancora una volta è stato costante nel cantare come su disco, nessun cedimento e nessun abbassamento delle linee vocali. Un portento, considerando anche il costume e la temperatura del locale che verso le ultime 4 canzoni aveva raggiunto quella da forno. Il solito tripudio lo si ha avuto con “Universe On Fire”, il brano tamarro per eccellenza che ha fatto quasi esplodere il Legend. Ottima la resa live di “Heroes (Of Dundee)” che nelle passate esibizioni avevano omesso e grande è stato l’impatto di “Victorious Eagle Warfare”. Terminata la scaletta dell’album, gli eroi del power metal non si sono risparmiati, assestando gli ultimi colpi con altre 4 cannonate dell’esordio tra le quali spiccano senza ombra di dubbio “The Unicorn Invasion Of Dundee” e “Angus McFife”.
Non è mancato il consueto simpatico scontro tra McFife e Zargothrax, dove il primo ha avuto la meglio, dando il colpo di grazia al suo avversario con l’ Astral Hammer.
Ormai distrutti dalla temperatura e dall’energia spesa si arriva ai titoli di coda con l’outro “The National Anthem Of Unst” dove ancora una volta Hootsman viene incoronato come un Re con i sudditi-compagni di band inginocchiati a rendergli onore. Tutti sempre sorridenti e compiaciuti, quando un gruppo si diverte anche il pubblico non è da meno.
I Gloryhammer hanno fatto ciò che dovevano, si sono confermati, ma per la consacrazione definitiva li aspettiamo con il terzo album ! Intanto si meritano la corona sul coro di Hoots Hoots Hoots !!!
Scaletta
Infernus Ad Astra (Intro)
Rise Of The Chaos Wizards
Legend Of The Astral Hammer
Goblin King Of The Darkstorm Galaxy
The Hollywood Hootsman
Victorious Eagle Warfare
Questlords Of Inverness, Ride To The Galactic Fortress!
Universe On Fire
Heroes (Of Dundee)
Apocalypse 1992
The Unicorn Invasion Of Dundee
Quest for the Hammer Of Glory
Magic Dragon
Angus McFife
The National Anthem Of Unst (outro)