Dopo l’approvazione da parte del Consiglio Regionale del ‘Codice identificativo di riferimento’ per gli annunci turistici di case vacanza, arriva il duro commento di Airbnb:“L’ufficio complicazione affari semplici non chiude mai ma questa volta, complice la campagna elettorale e la fretta di fare qualche regalino last-minute, Regione Lombardia si è davvero superata. Quando la politica non capisce un fenomeno, crea un registro. Eccoci quindi all’ennesimo obbligo burocratico imposto anche a una categoria – quella della locazione breve – che negli ultimi 24 mesi la Regione si è affannata a negare esistesse, equiparandola alla casa per vacanza, in barba al codice civile e le leggi dello Stato. Oggi hanno perso tutti: gli onesti si troveranno a dover affrontare maggior burocrazia (mentre i furbi continueranno a farla franca riportando codici identificativi fasulli o altrui), le istituzioni affronteranno maggiori oneri per istituire uno strumento che non servirà a niente, e dovranno arrampicarsi sugli specchi per difendere in tribunale una norma chiaramente contraria al diritto UE. Infine gli ospiti verranno confusi da annunci con un codice senza significato, presente solo in Lombardia, senza alcuna garanzia che la sua presenza sia davvero sinonimo di una struttura legittima. Dopo il regolamento attuativo del 2016 che elencava il numero esatto di posate, bicchieri, tazzine e scolapasta che si dovrebbero trovare in ciascuna casa per le vacanze presente in Regione, ci troviamo di fronte ad un nuovo strumento per scoraggiare (e in caso sanzionare) i cittadini colpevoli solamente di voler esercitare il diritto alla proprietà privata e all’attività di impresa, e di far crescere il turismo del territorio. Il 4 marzo la Lombardia va al voto. Le migliaia di proprietari, agenti immobiliari e cittadini che condividono le loro case con i turisti sapranno certamente unire i punti tra chi sbandiera semplificazione e chi intende farla davvero”.
“L’introduzione del codice identificativo, a cui sto lavorando da tempo, rappresenta una garanzia di trasparenza per tutti: per i Comuni che devono effettuare i controlli e per gli stessi portali di sharing economy. Non aggiunge oneri ed adempimenti particolari ai proprietari, ma contribuisce a creare un contesto di chiarezza e tutela anche i turisti che scelgono questa tipologia di accoglienza”. È quanto ha ribadito stamane l’assessore allo Sviluppo economico Mauro Parolini, commentando l’introduzione del codice identificativo di riferimento per le case e gli appartamenti per vacanze presenti sul web. “Regione Lombardia, prima di altre regioni in Italia, – ha sottolineato Parolini – ha affrontato a viso aperto questo tema. Durante la legislatura abbiamo stabilito un quadro normativo che garantisce concorrenza leale e legalità attraverso regole chiare e uguali per tutti, cercando di fare luce su alcune aree grigie di un ambito del turismo che sta conquistando ampie fette di mercato, spinto proprio dal successo e dalle prerogative della sharing economy”.
“Continua il processo di riforma del turismo che abbiamo inaugurato con la nuova legge durante questo mandato e ci ha permesso di raggiungere importanti successi. L’obiettivo – ha concluso l’assessore – è quello di innalzare la qualità dell’accoglienza in Lombardia, qualità che si traduce in un servizio più accogliente e qualificato per i turisti e in un aumento positivo della reputazione della Lombardia”.