“È stato un lapsus, un errore espressivo, intendevo dire che dobbiamo riorganizzare un’accoglienza diversa che rispetti la nostra storia, la nostra società”. Così Attilio Fontana, Lega Nord, ex sindaco di Varese e candidato per la poltrona di presidente di Regione Lombardia, ha commentato la sua dichiarazione a Radio Padania sulla “razza bianca a rischio a causa dell’immigrazione”. Una parziale retromarcia che non ferma le polemiche. “Campagna elettorale: c’è chi parla di forconi e razza bianca. Noi parliamo di formazione, lavoro, crescita, Europa”: così il candidato presidente della Regione Lombardia per il centrosinistra Giorgio Gori. Interviene il sindaco di Milano Beppe Sala: “Siamo solo all’inizio della campagna elettorale e dobbiamo già fare i conti con dichiarazioni così gravi. Se continua così, Fontana prima del 4 marzo potrebbe dire che tutti quelli che si chiamano Calogero e vengono dalla Sicilia hanno un mese di tempo per tornare nella loro regione. Scelgo l’ironia per commentare quanto detto dal candidato del centrodestra. E, anche se si è corretto dando la colpa ad un lapsus, mi chiedo: di questo passo, dove andremo a finire?”. “Per fortuna che era un moderato” commenta l’assessore alle Politiche sociali di Milano Pierfrancesco Majorino. “Dopo le affermazioni di Fontana sulla ‘difesa della razza bianca’ è chiaro che la deriva della destra non ha più limiti, altro che moderati” dice il senatore del Pd Franco Mirabelli. Dichiarazioni deliranti per il vice segretario Pd e ministro Maurizio Martina. Per Dario Violi, candidato presidente del Movimento 5 Stelle Le parole di Fontana sono vergognose. Arresti, corruzione, tangenti nel congelatore, Fontana dovrebbe preoccuparsi del problema della legalità nel suo partito e in tutta la sua coalizione di centro destra. “È concepibile nel 2018 dover ribadire agli ignoranti che non esiste una razza bianca da difendere, a ottanta anni dalla promulgazione delle leggi razziali?”. Così Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma.