Maroni lascia, Gori spera

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Si attende la conferenza stampa di oggi per sapere cosa farà Roberto Maroni; il governatore dovrebbe confermare la sua indisponibilità a candidarsi. Una mossa anticipata ieri che ha scosso il centrodestra. Il governatore per ora ha detto solo di volere “cambiare lavoro” ma sui giornali spuntano, tra le ipotesi, futuri incarichi di governo in un eventuale esecutivo di centrodestra. La notizia della rinuncia alla candidatura è uscita infatti dopo il vertice di Arcore tra Berlusconi, Salvini e Meloni.  Al posto di Roberto Maroni sarebbe pronto a candidarsi Attilio Fontana, leghista, ex sindaco di Varese e attuale presidente dell’Anci, l’accociazione dei Comuni. Se confermata, la decisione di non correre per un secondo mandato cambia lo scenario. “Sembra che Maroni non si ricandidi presidente di Regione Lombardia. Dietro ai ‘motivi personali’ ci sono tutti i fallimenti della sua giunta: 5 anni di ordinaria amministrazione costellata da mancanze e scivoloni, dagli sprechi del referendum, al telefono antigender, senza tralasciare i continui errori in ambito sanitario e ambientale, giusto per citare i più recenti. Maroni spieghi ai lombardi i suoi fallimenti e la presa in giro verso la Lombardia e si ricordi, il destino della Lombardia non si decide in un summit ad Arcore”. Così su Facebook il segretario metropolitano del Pd, Pietro Bussolati. “Il 4 marzo con Giorgio Gori – prosegue – dobbiamo rilanciare la Lombardia e portarla finalmente a competere con le grandi regioni europee per mettere a frutto tutta la sua potenzialità. Oggi più che mai sarebbe sconsiderato e folle andare divisi come centrosinistra”. Interviene anche Liberi e Uguali. “Secondo indiscrezioni sembra che Roberto Maroni non si ricandiderà alla guida della Regione Lombardia per il centrodestra. Per noi di Liberi e Uguali, Maroni o un altro candidato fa poca differenza: continueremo a opporci alle politiche di centrodestra che hanno governato male questa Regione, così come, a differenza di Giorgio Gori e del Pd, siamo convinti che non bisogna ‘fare meglio’ ma cambiare radicalmente rotta”. Si legge in una nota di Liberi e Uguali Lombardia. “Oggi a Roma, all’assemblea nazionale di Liberi e Uguali – si spiega – è emerso con forza che il nostro è un progetto aperto che nasce per unire e ricostruire la Sinistra nel paese. Anche in Lombardia il nostro obiettivo è aggregare la Sinistra, allargando e aprendo le nostre liste alla partecipazione e al contributo di associazioni e del civismo di sinistra, per proporre un progetto ampio e inclusivo che punti a cambiare finalmente la nostra regione. Lo stiamo già facendo attraverso la costruzione di una proposta politica seria, che nasce dalla partecipazione attiva di numerose realtà, e continueremo a coinvolgerne nel percorso verso le elezioni. Lo faremo anche in occasione della grande mobilitazione che stiamo organizzando e che lanceremo a partire da sabato prossimo, per raccogliere le 26.000 firme necessarie alla presentazione della lista di Liberi e Uguali e livello regionale. Forti della nostra autonomia, noi saremo presenti su tutto il territorio lombardo, a dialogare con i cittadini e ascoltare le loro istanze, presentando le nostre proposte per un cambio radicale in Regione. A differenza di altre liste, che invece non dovranno raccogliere le firme necessarie grazie ai cambi di gruppo dell’ultimo momento di alcuni consiglieri del Pd che martedì, con il via libera del Consiglio regionale, si concretizzeranno con la nascita di tre gruppi farlocchi. Infine, mercoledì sera l’assemblea regionale di Liberi e Uguali sceglierà il nostro candidato presidente e la lista dei candidati consiglieri”. Nessun commento dal centrodestra in attesa delle comunicazioni di oggi.

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