Questo pomeriggio presso Casa Betania delle Beatitudini a Seveso (corso Isonzo 90) l’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini aprirà il Processo diocesano per la beatificazione e canonizzazione di fratel Ettore Boschini. La Diocesi ricorda che il rito di apertura sarà un momento solenne e, insieme, semplice. Vi parteciperanno insieme all’Arcivescovo nella veste, oltre che di pastore della Chiesa Ambrosiana anche di primo giudice, gli altri componenti della commissione d’inchiesta: il delegato episcopale e responsabile del Servizio diocesano per le Cause dei Santi, monsignor Ennio Apeciti, il collaboratore del medesimo Servizio, don Marco Gianola, il notaio che vergherà il verbale della Sessione, don Simone Lucca. Con loro ci sarà la postulatrice, la storica Francesca Consolini.
Si inizierà con un momento di preghiera, il saluto di monsignor Delpini e l’ascolto della Parola di Dio, a partire da alcuni brani biblici scelti e legati in modo particolare alla carità. Poi l’Arcivescovo proporrà una riflessione. In questo clima di preghiera e raccoglimento si svolgerà il momento del giuramento, in cui ci sarà l’atto solenne di apertura.
Significativa anche la scelta del luogo per dare avvio al Processo: nella cappella di Casa Betania riposano le spoglie di fratel Ettore e in questo luogo sorella Teresa Martino e altre sorelle continuano l’impegno per i poveri cui il religioso camilliano consacrò la vita.
«Una volta aperto il Processo – spiega don Marco Gianola – la successiva e importante fase è quella della raccolta delle prove documentali. I periti storici saranno appunto incaricati di raccogliere scritti editi e inediti, come lettere e biglietti che fratel Ettore ha effettivamente lasciato. Senza dimenticare ciò che altri hanno scritto di lui, come pure le testimonianze già pubblicate. Al nostro ufficio in Curia si potranno portare o comunicare ricordi personali e testimonianze: in questi giorni sono giunte diverse lettere di gente comune. Continueremo ad accogliere testimonianze fino alla chiusura del Processo, per il quale ovviamente non vi è un tempo preciso. Oltre alla documentazione da raccogliere, vi sarà anche l’aspetto degli interrogatori di un certo numero di testi che saranno convocati in Curia: questa è la seconda fase del Processo diocesano. Riunita tutta la documentazione, verrà inviata alla Congregazione delle Cause dei Santi, che la sottoporrà a tre diversi gradi di giudizio. Una volta che il Papa avrà riconosciuto le virtù eroiche, il Servo di Dio diverrà Venerabile, e allora servirà un miracolo riconosciuto per essere Beato».