Foto del concerto degli HELLOWEEN, “Pumkins United World Tour 2017 / 2018″ tenutosi il 18/11/2017 presso il Mediolanum Forum di Assago (MILANO).
Foto a cura di: BARBARA CASERTA
Concerto: HELLOWEEN “Pumpkins United World Tour 2017 / 2018”
Data: 18 Novembre 2017
Venue: Mediolanum Forum di Assago (MILANO)
Live Report a cura di SIMONE SCAVO
INVITATION
Era il 14 Novembre 2016 quando al mondo veniva ufficialmente annunciata la tanto sognata ed attesa reunion con Michael Kiske e Kai Hansen. I dettagli rivelavano che si sarebbero aggiunti alla formazione attuale passando di fatto da 5 a 7 elementi, come le 7 chiavi del famoso “Keeper”. Ed è in quel giorno che tutti gli amanti del power metal ed affini hanno provato tutti insieme lo stesso sentimento. È passato un anno e finalmente sogno e attesa sono finiti, i pionieri del power metal di stampo europeo sono qui a Milano, da soli per uno show di ben 3 ore!!
GRAZIE a Vertigo Concerti…
Inizialmente organizzato all’Alcatraz di Milano, scelta improbabile, ma giustificabile visti i recenti Helloween-standard: pur in compagnia dei Rage, nel 2016 avevano riempito si e no metà locale. Le prevendite hanno ben presto fatto spostare l’evento nel più appropriato Mediolanum Forum di Assago ed è stato un bene considerato l’allestimento di megaschermo, protagonista insieme ai musicisti, e tanto di megapalco con passerella. Il telo nero con il logo della band e del tour funge da sipario… e alle 20.30 precise cala per dar inizio allo Spettacolo!
INITIATION
L’inizio è di quelli da adrenalina pura, 3 brani in grado di spazzare via la maggior parte del power metal contemporaneo: “Halloween” sancisce ufficialmente il ritorno dei Mostri di queste sonorità, “And there is magic in the air” … la magia è iniziata! Risentire Kiske interpretare le canzoni che lo hanno lanciato nell’Olimpo dei vocalist del metal è davvero STREPITOSO! Così come Hansen affiancato a Weikath per intrecciare le note con quelle del suo “gemello” naturale. L’acustica sin da subito è molto buona, niente voci affossate dagli strumenti e sul megaschermo alle spalle del gruppo vengono proiettate animazioni attinenti la canzone, con dirupi gotici e case infestate pericolanti. La “catwalk” che si addentra tra il pubblico estendendosi da un palco già di per sé mastodontico, rende l’evento ancora più live e vicino. Neanche il tempo di prendere fiato che un altro classico viene proposto, quale “Dr. Stein” che tutto il pubblico conosce a memoria, d’altronde è Storia quella che stanno suonando. Alle spalle viene proiettato il cartoon con un Dr. Frankenstein più Einstein che Frank. Uno spasso. Gli assoli centrali del brano purtroppo non sono dei migliori e manca del tutto il pezzo dell’organo presente su disco diminuendone la resa. Con “I’m Alive”, Kiske è finalmente da solo a cantare, molto buona la sua prova sino ad ora, con un Deris al momento che si tiene in disparte, ma si tratta solo di una parentesi perché in seguito prenderà il sopravvento grazie al suo carisma ed abilità sul palco. Tempo di rifiatare e sale in cattedra Andi Deris con il repertorio che ben gli appartiene, la buona “If I Could Fly” e la metallosa ma alquanto noiosa “Are You Metal?” con la quale invita il pubblico a partecipare. Bello come tutti e 3 i chitarristi più il bassista Markus Grosskopf si allineino per dar vita a un muro del suono. Ed ecco arrivare la prima nota dolente del concerto: rientra Kiske e parte “Kids Of The Century”, dal bistrattato ma buon “Pink Bubbles Go Ape”, la sua voce improvvisamente si dimostra affannata, Sembra quasi non avere la resistenza per cantarla. Davvero da lasciare perplessi. Per sua fortuna torna Deris con la saltellante “Waiting For The Thunder” e con il suo carisma riprende tutto alla grande seguito da “Perfect Gentleman”, tratta dal valido “Master Of The Rings”, album che aveva sancito la rinascita delle zucche di Amburgo quando lo stesso Andi era entrato in formazione. Quest’ultimo si presenta sul palco con tanto di cilindro e giacca nera brillante regalando un’ottima prova, come sempre accompagnata dal pubblico nei chorus: d’altronde il power metal prevede ritornelli da cantare in coro, fa parte del gioco… Ed ecco il momento tanto atteso di un altro Mr. K rientrato in scena… Kai Hansen, primissimo vocalist del gruppo delizia i presenti e fan di vecchia data con un power medley, definito dallo stesso Kai come Hamburg Metal: con il classico intro happy happy halloween partono la micidiale “Starlight”, l’immortale “Ride The Sky”, “Judas”, per concludere con l’inno “Heavy Metal Is The Law”, tutte con i pronti interventi dei presenti a rispondere ai cori. Risentire la voce sporca ed acuta del leader dei Gamma Ray è davvero una grande emozione, 3 minuti di forza ed energia! Ed è in questo momento, con Weikath e Hansen sulla passerella a macinare e intrecciare pentatoniche e riff che si nota come il primo guardi in modo prolungato il compagno di assolo cercandone lo sguardo ma niente, Hansen fissa la chitarra, cosa che accadrà anche nel prosieguo dello show. Ci riporta alla mente quando Weikath anni fa dichiarò in un’intervista che per lui è importante quando si suona dal vivo guardarsi negli occhi e con Hansen non succedeva più. Neanche il tempo ha ricucito quello “strappo”. Siamo ormai a metà show ed ecco tornare i due cantanti con tanto di sgabello verso il pubblico per la prima ballad, “Forever And One (Neverland)”, dell’era Deris, ma qui cantata da entrambi in modo alternato, dove però la parte del leone la fa inaspettatamente Andi. Bello comunque vederli abbracciati amichevolmente, cosa che accadrà molte volte, ma per questo vi rimando a più avanti. Ballad era Deris e quindi ballad era Kiske, con la sempreverde “A Tale That Wasn’t Right”. Sull’incitamento del pubblico Michael annuncia che la canzone che sta per cantare ha ben 30 anni e sottolinea sorridendo che lui non ha più i 18 anni di allora… Il momento è tutto suo, la prova della verità in questo caso si rivela però appena sufficiente. Deris nella sua strofa non sfigura affatto, cavandosela egregiamente: insomma anche “Deris può” e infatti segue la transitoria “I Can” sino ad arrivare al toccante momento dell’assolo di batteria, dove sul megaschermo vengono proiettate le immagini e un drum-solo dello scomparso Ingo Schwichtenberg, storico batterista sino all’album “Chamaleon”. Daniel Löble, l’attuale heavy-batterista della band, si sovrappone al video in un duello ritmico che lascia senza fiato anche noi. Applausi tutti in memoria dell’indimenticato Ingo. Si torna alla musica con un mini medley della bonus track “Livin’ Ain’t No Crime” + “A Little Time”, con tanto di proiezione di orologi nel celebre intermezzo della traccia. Qui Kiske sembra essersi ripreso alla grande tornando ai suoi alti livelli. Segue una lunga parentesi dedicata ai brani dell’era Deris per arrivare alla monumentale “How Many Tears”, annunciata da Andi stesso come “la primissima canzone degli Helloween che io abbia ascoltato a 16 anni”. Cantata anche da Hansen è stata davvero un’apoteosi di entusiasmo per gli amanti di queste sonorità, con tanto di break e accelerazione di batteria, purtroppo senza acuto finale. Tempo del primo encore e quindi si torna ai fasti degli inizi con l’impeccabile “Eagle Fly Free” e la colossale “Keeper Of The Seven Keys”, con un Kiske ricaricato e autore di una prova superlativa. Ascoltare questo brano dal vivo, praticamente come su disco, è stato fantastico, tutti i musicisti sul palco riconfermano il loro eccelso livello di preparazione ed esecuzione, con le tre chitarre che si rincorrono perfettamente incastrate… da brividi!
Ancora un encore e ci avviciniamo ai fuochi d’artificio finali … ed infatti si parte con l’inno “Future World”, urlata da tutti, ma con un Kiske decisamente in affanno per arrivare alla conclusiva e trionfale “I Want Out” con tanto di esplosione di coriandoli e grandi palloni a forma di zucca arancioni e neri fatti cadere sul pubblico che non ha mancato occasione per palleggiarli, uno anche in testa a Kiske. Questo brano è anche l’occasione perfetta per presentare tutti i musicisti sul palco…
Si conclude così IL CONCERTO POWER PER ECCELLENZA, dove tutti si sono mostrati amici di tutti, abbracci sul palco, sorrisi, atmosfera di festa, zero rivalità, solo voglia di divertirsi e divertire il pubblico. Questo è quello che è arrivato e questo è quello che ci piace vedere… e sentire! Ci hanno fatto tornare agli anni 80, lo abbiamo tanto sognato, lo abbiamo tanto atteso, ad Halloween i miracoli possono avverarsi, gli Helloween lo hanno fatto in tutto il mondo con il loro incredibile show.
GRAZIE HELLOWEEN !!!!!!!
BATMAN V. SUPERMAN – ANDI DERIS V. MICHAEL KISKE
Ho scelto questo titolo perché per anni Andi Deris è stato all’ombra e nell’oscurità di Michael Kiske, soprattutto durante i primi anni, con quella pesante eredità da portare sulle spalle. E con perseveranza, pur non avendo per natura la potenza e l’estensione del suo predecessore, è riuscito a restituire credibilità ad una band in costante declino. Andi Deris era un umano in confronto a colui che era dotato di un’ugola d’acciaio, il punto di riferimento per tutti i cantanti del power metal, un alieno. Inarrivabile, imbattibile, senza punti deboli. Eppure il tempo ce ne ha mostrato uno: la Kriptonite per Kiske è l’aspetto live, il carisma sul palco, la capacità di intrattenere e coinvolgere il pubblico. Mic è rimasto lontano dai palchi per molti, troppi anni e nonostante abbia intrapreso recentemente dei tour con gli Unisonic, ha trascurato il suo aspetto on stage. Ecco perché nello show di stasera Deris si è ben difeso dalla ingombrante presenza del suo predecessore. Kiske ha cantato benissimo all’inizio e nella parte finale dello show, ma ha dimostrato grande fatica a reggere in brani come “Kids Of The Century” e “A Tale That Wasn’t Right”. Deris invece si è mantenuto sempre sullo stesso livello a lui consono. Questa comunque non voleva essere una sfida, anzi, i due infatti si sono abbracciati tutta sera, si sono spesso scambiati sorrisi, hanno dimostrato fratellanza. È stato splendido ed inimmaginabile.
Quindi… Applausi e complimenti ad entrambi! Per la performance e per lo spirito!
DUE CHITARRE COME ASCE ED UNA SPADA
I due chitarristi Kai Hansen e Michael Weikath che hanno non solo scritto ma anche inciso le 2 tavole della legge del power metal erano nuovamente insieme on stage. Non per una manciata di canzoni come accaduto nelle sporadiche date nei tour insieme con le rispettive band, ma per un imponente show. Hanno fatto finalmente vivere quello che ci si aspettava da più di 20 anni. Gli unici, gli originali! Ed è stato bello vederli insieme, come detto in fase di report dello show, i loro sguardi non si sono mai incrociati, ma erano lì, ora spalla a spalla, ora schiena contro schiena, a suonare quegli assoli che tutti conoscono a memoria. Gli Axe Men del power metal! Da non sottovalutare anche il terzo chitarrista Sascha Gerstner, alto, tutto in nero, quasi Dark nel look, che certamente non ha fatto da comparsa, anzi ha saputo farsi notare e ha provato a coinvolgere il pubblico. Azzardando un paragone con i maestri dell’heavy metal potrebbe essere come il Janick Gers negli Iron Maiden. Hanno suonato tutti bene, solo alcune piccole imprecisioni da parte di Kai in alcuni assoli non macchiano nel complesso quella che è stata una grande prova!
SIGNORE E SIGNORI ECCO A VOI SETH & DOC
A sorpresa erano presenti due nuovi personaggi, due zucche, Seth e Doc, così si sono presentati sul megaschermo le due mascotte a cartone animato, con tanto di sigla. Il loro compito era intrattenere il pubblico con siparietti comici, tutto sommato dal dubbio risultato. Sicuramente hanno aiutato la band a riprendere fiato. Ad ogni sketch proiettato gettavano un oggetto in un calderone che innescava uno strano macchinario dando inizio alla canzone. Se all’inizio potevano sembrare simpatici, dopo tre apparizioni erano diventati fastidiosi. Chissà se in futuro li vedremo su qualche copertina. Idea lodevole, ma mal sfruttata.
THE KEEPER OF THE 7000 PEOPLE
Se nelle ultime date milanesi le zucche di Amburgo avevano dapprima riempito a malapena l’Alcatraz suonando insieme ai Gamma Ray, per poi vedere dimezzato il pubblico con la data insieme ai Rage, oggi è stato un trionfo.
Ben 7000 persone presenti al Forum, nessuna band power metal in Italia è mai riuscita a fare tanto, suonando inoltre da headliner senza special guest. La voglia di rivederli era davvero tanta, sarà l’effetto Kai Hansen, ma sicuramente sarà stata la presenza di Kiske, tanto aspettato. Effetto Kiske? Più che altro potremmo definirlo “The Keeper Of The Seven Kiske”. Non solo grande affluenza, ma 7000 fan partecipi ad ogni canzone, ogni ritornello, pronti a cantare, ad applaudire, ad inneggiare e commentare la band… è stato il pubblico il vero ottavo elemento dello show. Un vero record per il Power Metal in Italia.
“FOLLOW THE SIGN”
Finito lo show non si può non pensare a cosa potrà accadere in futuro. “Un segno da seguire” è la canzone “Pumpkins United” che le 7 zucche hanno scritto e registrato di nuovo insieme in occasione di questo tour. Me la sarei aspettata dal vivo come atto autocelebrativo, invece misteriosamente era assente dalla scaletta.
Visto il grande seguito che hanno avuto, potrebbe essere un preludio ad un qualcosa di più corposo, non dico un album… ma un EP ? Intanto ci restano i ricordi di questo grande evento per il power metal e per il metal in generale, un qualcosa che doveva essere vissuto in prima persona.
Vedremo, aspetteremo… il Keeper è sempre lì, pronto a stupirci!
#HELLOWEEN – Pumpkins United "I Want Out" Milano 18/11/2017
Publié par Barbara Caserta sur samedi 18 novembre 2017