C’era una volta la libertà.

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Pinocchio a cura di Fabio Massa
Pinocchio a cura di Fabio Massa

C’era una volta la libertà. Per oggi parliamo un attimo di giornalisti, non fosse altro che ieri uno di Casa Pound ha tirato una testata in faccia a un cronista della Rai. Punto. Niente di più, niente di meno. Una roba squallida che si commenta da sola e sulla quale uno si aspetta che ci sia una presa di posizione netta da tutti. E infatti i leader, quelli nazionali, che magari incitano all’odio contro i giornalisti, ma che poi alla fine sanno come va il mondo dell’informazione, hanno scritto tutti condannando il gesto dell’uomo. Non ne faccio un dramma, qualche cazzotto se lo sono presi tutti, in carriera, pure io. Però sono cose da condannare sempre, senza se e senza ma. E infatti, Caterina Sarfatti, esponente della sinistra milanese, una ragazza con la quale ho poco da spartire politicamente, tanto per intenderci, scrive un post nel quale scrive semplicemente “Ripetiamo tutti – tutti, chi sostiene Renzi, chi Grillo, chi D’Alema, chi Berlusconi, chi nessuno – tutti quanti: non esistono giornalisti amici, giornalisti ostili, giornalisti rompipalle. Esistono solo giornalisti”. In un giorno nel quale uno di noi viene preso a testate, ci sta. E’ la cosa giusta da dire. E’ come quando venne fuori lo scandalo delle molestie: mai mi sarei sognato di dire “eh, ma quell’altra invece era una che la dava via”. Nel giorno dello scandalo, si sta zitti. Le analisi sullo stato del giornalismo in Italia abbiamo ogni minuto per farle, e nessuna porta a esiti confortanti. Invece, tra i lettori della Sarfatti, che non sono certo di destra, che appartengono alla sinistra meneghina spesso illuminata, e quindi non dovrebbero difendere il bruto fascista, che cosa si scatena? Una corsa a scrivere che però i giornalisti non sanno scrivere, che però si vendono, che però quelli di Libero (peraltro, degnissimi colleghi con titoli durissimi ma che danno e accettano colpi e – mettetevelo in testa – sono parte della democrazia, anche quella che non condivido, ma sono parte della democrazia), che però non c’è più Biagi, che però il giornalismo è morto, e che in fondo i giornalisti sono delle merde. Ecco, quello che mi ha sconvolto, ieri, non è stata la testata al collega. E non è stato neppure il fatto che quelli di estrema destra hanno difeso uno dei loro. Tutto previsto, tutto scontato. Ma che quelli di sinistra, quelli illuminati, quelli radicali, quelli di Milano, quelli che dovrebbero morire perché tu possa dire ciò che vuoi, per parafrasare Voltaire. Ecco, loro, invece di esprimere solidarietà e tenere la bocca chiusa, l’hanno aperta per tirare anche loro una testata. Solo che essendo piccoli leoncini da tastiera, non si sono peritati di farlo veramente. Anche per questo, ci vuole un certo coraggio.

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