C’erano una volta gli imbecilli.
Come potremmo definirli, altrimenti, quelli che dopo il voto del 4 dicembre pretendevano di addebitare agli italiani che avevano votato no le inefficienze tipo il CNEL, che peraltro si è ricostituito più inefficiente, inutile e costoso che mai, ecco, che pretendevano di addebitare alla loro scelta eventuali ripercussioni negative sull’Italia? Imbecilli.
Perché se è vero che ciascuno si prende la responsabilità quando vota, ed è quindi vero che se si scelgono governanti incapaci la colpa non è dei governanti ma degli elettori, è anche vero che il senso di colpa per quello che si è votato è personale, personalissimo. Stesso identico discorso per il referendum per l’Autonomia. C’è chi ha deciso di rimanere a casa. Era una scelta legittima, come ha detto elegantemente il governatore Maroni, pur non condividendola. Ma nulla di più. Una scelta. E allora come possiamo commentare questo sindaco di Casorate Sempione, nel varesotto, che letteralmente su Facebook scrive: “Grazie alle ricevute si potrà mappare chi ha effettivamente votato, così tanto per rispondere a chi, già da questa mattina, verrà a chiedere aiuto alle istituzioni”. Ma le istituzioni sono di tutti. Del sindaco che ha vinto e dei cittadini che hanno votato il sindaco che ha perso. Figurarsi per il referendum. Stessa imbecillità da parte di Lara Magoni, che scrive: “Da oggi prima di chiedermi qualsiasi tipo di supporto mostratemi la ricevuta di voto che vi è stata rilasciata ieri sul Referendum. Non tollererò più coloro che vivono da Leoni sulla tastiera e da irresponsabili nella realtà”. In pratica, il reato di voto di scambio istituzionalizzato. Questa Lara Magoni è una ex sciatrice oggi consigliera regionale con la Lista Maroni. O torna sugli sci, oppure impara un po’ di educazione civica dal suo presidente, che da ex ministro degli interni sa benissimo che cosa si può dire e che cosa non si può dire. E questo non si può dire.