Matteo Flora, hacker, il 17 ottobre scorso, ha bucato il sistema della Smartmatic, l’azienda che gestisce il voto elettronico del referendum “per l’autonomia” accededendo a “svariati gigabyte di software, certificati, istruzioni relative a parti di software del voto, pezzi di codice, macchine virtuali e password, nomi utenti e chiavi di autenticazione di possibili amministratori del sistema” di Smartmatic. Lo riporta il Corriere della Sera di oggi. “Tre ore dopo aver avvisato Cert Pa (l’organizzazione dell’Agenzia per l’Italia digitale che raccoglie le segnalazioni di possibili vulnerabilità) – spiega Flora al Corriere – non ho riscontrato più alcuna possibilità di accedere agli spazi”. L’hacker però aggiunge che “nel lasso di tempo in cui è stato accessbile (quanto è impossibile dirlo) potrebbe essere stato sfruttato per studiare l’infrastruttura di voto e individuare eventuali falle o alterare il codice”. Domenica i tablet presenti nei seggi non saranno connessi a internet. Smartmatic, sentita sempre dal Corriere, replica che “le informazioni viste dall’hacker non sono sensibili e confidenziali e in alcun modo sono riconducibili al voto elettronico”. C’è però anche un’altra preoccupazione. L’elettore non riceverà nessuna ricevuta stampata per poter controllare a posteriori eventuali irregolarità. Lo afferma il docente di sicurzza informatica del Politecnico di Milano Stefano Zanero sempre sulle pagine del Corriere di oggi.