C’era una volta lo smog. Oh, toh, c’è ancora. E c’era l’anno scorso e l’anno prima. In effetti, negli anni di Pisapia, ce ne è stato di meno. E allora tutti subito a esultare e a saltare di gioia! Ecco, grazie alle nuove politiche per la mobilità e tutto il resto, abbiamo debellato la piaga dell’inquinamento. E pensate un po’, mi vien da dire, senza neppure tirare giù il Turchino, come si diceva anni e anni fa in tv, per sconfiggere nebbia e polveri sottili. E invece? Invece no. Lo smog c’è, il blocco dei mezzi inquinanti pure. Il mitico o mitologico referendum nel quale i milanesi chiesero misure per garantire la qualità dell’aria si è tradotto in Area C, che sull’inquinamento non ha impatto. Il blocco dei veicoli? Sull’inquinamento non ha impatto. La verità è che dovremmo investire sull’auto elettrica, massicciamente. Ma chi si arrischia a spendere cinque volte tanto se pure quelle gpl, dopo aver fatto spendere i soldi ai cittadini che pensavano di circolare, ora devono pagare Area C? Insomma, la politica contro l’inquinamento ha dei costi. E questi costi deve pagarli la collettività, non il singolo. E poi un messaggio a Pisapia, che faceva tanto il fenomeno: ha avuto culo. L’inquinamento nei suoi anni era di meno. Sapete perché? Perché pioveva.