Per i giudici della Corte d’Assise e d’Appello di Brescia la prova del Dna che identifica Massimo Bossetti come l’omicida di Yara Gambirasio è valida. Non è dunque possibile eseguire la perizia chiesta dalla difesa perché il materiale genetico trovato sugli indumenti della ragazzina è esaurito.” Si deve ribadire quindi ancora una volta e con chiarezza che un’eventuale perizia, chiesta a gran voce dalla difesa e dall’imputato, consentirebbe un mero controllo tecnico sul materiale documentale e sull’operato del Ris”, scrivono i giudici della Corte d’assise d’appello di Brescia confermando il carcere a vita per il muratore di Mapello.È quanto emerge dalle motivazioni della sentenza con cui il collegio il 17 luglio scorso ha condannato all’ergastolo il muratore di Mapello.