C’era una volta il femminismo. Questa ve la devo proprio raccontare. Allora, come avrete capito, organizziamo una tre giorni di dibattiti al Palazzo delle Stelline di corso Magenta. Un bel po’ di persone, tanta buona volontà e soprattutto tanta voglia di mettersi in gioco. Nessun partito alle spalle. Ci saranno, come vi ho già detto, Maroni, Toti, Gori, Di Pietro, Mastella, tutti i vertici delle società di trasporto, di Aler e MM, un mito del web come Aranzulla, i ragazzi di Vivaio, e poi Stefano Parisi, Beppe Sala, Marco Bucci. Insomma, un bel parterre. Non abbiamo guardato alle quote rosa. Abbiamo invitato uomini e donne, così, solo in base al ruolo. Alla fine, se ricordo bene, le donne erano una decina, gli uomini il resto. Il problema è che alcune di queste erano impegnate, e hanno declinato l’invito. Altre invece hanno detto sì e ci saranno. Ora, sapete che cosa è successo? Che veniamo accusati di non aver rispettato la parità di genere. La parità di genere? Cioè, uno invita una donna, questa ti dice di no, e allora bisogna andare a trovare un’altra donna a tutti i costi? Quindi, la Appendino ha detto no, e quindi dove lo trovo un altro sindaco di Torino? La Serracchiani è impegnata, dove la trovo un’altra governatrice del Nord? Ecco, però questo è esemplificativo di una realtà interessante, e anche un po’ inquietante. Quando c’è da organizzare, si è sempre in pochi. Quando c’è da finanziare, anche meno. Quando c’è da criticare, in molti, moltissimi. A volte – come in questo caso – facendo un processo alle intenzioni che non ha proprio ragione di esistere. Ad ogni modo, segnatevi l’appunto: sabato alle ore 18 parliamo di case popolari con il presidente di Aler, il presidente di MM e i relativi assessori. Se abitate in una casa popolare, forse è bene che veniate.
Pinocchio è una rubrica a cura di Fabio Massa